La sinistra Pd attacca sull'affluenza alle primarie, soprattutto nella Capitale; Renzi, invece, guarda ai candidati che hanno vinto e con i suoi si mostra soddisfatto. Questo l'esito delle primarie tenutesi a Roma, Napoli e Trieste. "Vincono i renziani, vince il nuovo", si sottolinea dal Nazareno, "è un vero successo". Soddisfazione soprattutto per il verdetto nel capoluogo campano dove fino a poche settimane fa si profilava il 'remakè per Antonio Bassolino. Il segretario dem poi può esultare per le percentuali raccolte da Giachetti considerato da sempre vicino al presidente del Consiglio. Ha prevalso con quasi il 65% su Morassut che comunque ha spiegato di voler lavoro a sostegno del vicepresidente della Camera. A Trieste ha vinto Cosolini. Il Pd - sottolineano fonti dem - sta prendendo le sembianze che vuole Renzi, il partito - viene fatto osservare - sta cambiando pelle anche sul territorio. Renzi nei giorni scorsi non si è schierato, ha lanciato soltanto un appello ad andare al voto. "La verità è che a Roma - spiegano ancora fonti dem - abbiamo pagato quello che è accaduto in passato, ma ora voltiamo pagina". Nel mirino della minoranza dem c'è il dato sull'affluenza. Nella Capitale sono andati a votare in 50mila, la metà rispetto al 2013 quando ci furono oltre 100mila presenze. "Nel 2012 - rimarca la minoranza del partito - per la leadership tra Renzi e Bersani andarono a votare oltre 230mila persone". "Il problema - attacca il bersaniano Fornaro - è che il popolo del centrosinistra non c'è più".
Ora i vertici dem si aspettano una lista a sinistra per contrastare Giachetti, a sostegno magari dell'ex ministro Bray. "Il risultato è ottimo - taglia corto il vice segretario dem Guerini -, un segnale di partecipazione e di passione". "Ha vinto il Pd", canta vittoria anche il capogruppo Rosato.
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