"Berlusconi ha detto che mi voterebbe, ma io correrò con il mio simbolo". Lo dice Alfio Marchini, in corsa per il Campidoglio alle scorse elezioni e tra i 26 consiglieri comunali che venerdì si sono dimessi decretando la fine del governo Marino, in un’intervista al Corriere della Sera e in un colloquio con Repubblica. "Gli consigliai di venire subito in aula, appena dimessosi", spiega Marchini al quotidiano di via Solferino riferendosi all’ex sindaco. "Avrebbe evitato questa telenovela farsesca e
riportato la crisi nell’alveo istituzionale". Ora "è giunto il momento di innovare la proposta politica, con un progetto fuori dai partiti, che coniughi politica e civismo". "Correrò col nostro simbolo, il cuore di Roma", sottolinea. "Non criminalizzo i partiti ma hanno avuto mille occasioni e hanno fallito. Venerdì a Roma è iniziata una nuova stagione politica".
Con Renzi non ha parlato, aggiunge, nonostante le "fantasiose ricostruzioni di trattative notturne prima di venerdì". Orfini è invece "un ’comunista combattentè, sempre pronto a immolarsi per la causa. Ma il notaio a domicilio sarebbe stato un eccesso di zelo". Dell’Expo, aggiunge, porterebbe a Roma "il modello su pulizia e raccolta dei rifiuti varato dal commissario Giuseppe Sala: nonostante il grande afflusso di persone, era tutto pulito".
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