Il nome di Silvio Berlusconi appare una sola volta, alla terzultima delle ventisei pagine con cui mercoledì sera la Cassazione ha motivato la sua decisione di ordinare - a quasi quattordici anni dai fatti - un nuovo processo per il caso Ruby, a carico delle ventidue donne accusate di avere mentito nel processo principale. Fino a quel punto, la sentenza si addentra in ragionamenti ipertecnici, spiegando perché e percome le ospiti delle feste di Arcore potessero venire interrogate come testimoni, e quindi senza difensore né diritto di tacere o di mentire, nonostante fosse chiaro che la Procura di Milano stava già indagando su di loro. Ma poi, alla fine, inevitabilmente, la Cassazione deve affrontare lo scoglio vero, lo scoglio logico che a molti cittadini renderà di difficile comprensione quanto accadrà nel processo in vista per la prossima primavera: Silvio Berlusconi è stato assolto, la sentenza è diventata definitiva. Si possono riprocessare le donne accusate di essersi fatte corrompere da un corruttore che non le ha corrotte?
La Cassazione se la cava così: «Risulta del tutto privo di rilievo il fatto che con riguardo alla posizione di Silvio Berlusconi non sia stato presentato ricorso e che sia dunque irrevocabile la sua assoluzione». Privo di rilievo perché? «È sufficiente in proposito osservare che nel termine per la proposizione del ricorso è sopravvenuto il decesso di tale imputato, tale da rendere in concreto impossibile la costituzione di un rapporto processuale». Quindi la colpa di Berlusconi è di essere morto prima che la Procura di Milano potesse fare appello contro la sua assoluzione, e questo rende possibile per la Cassazione tornare a processarlo indirettamente. Con il risultato eventuale che nel nuovo processo una o più imputate vengano condannate per complicità con l'innocente Berlusconi. La cui innocenza, per arrivare a questo risultato, verrà messa in discussione in aula, negli interrogatori e financo nella sentenza, in una sorta di processo di revisione, come quello che è stato negato a Olindo e Rosa ma non verrà negato alla Procura di Milano nella sua caccia al Cav.
La colpa di Berlusconi, per la Cassazione, è di essere morto senza aspettare i tempi della giustizia, e a poco serve ricordare che questi tempi sono stati inverosimilmente lunghi - quasi dodici anni di distanza dai presunti reati - e che Berlusconi avrebbe volentieri aspettato in vita la sentenza definitiva, convinto com'era di poter dimostrare la sua innocenza anche in questo caso come nel filone principale del caso Ruby.
Ma così non è stato, e questo dà la chance alla Procura di Milano di celebrare a suo carico il processo perfetto: quello che avrà formalmente sul banco degli imputati una ventina di giovani donne ma in cui si potrà di fatto processare Berlusconi alla memoria. Senza che possa difendersi.
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