La Russia alza il tiro. Jet sui cieli polacchi e schierati ai confini. La flotta nel Baltico con atomiche tattiche

Se la guerra sul campo sembra essere in fase di stallo, ora l'allarme che spaventa l'Europa arriva dal cielo e dal mare

La Russia alza il tiro. Jet sui cieli polacchi e schierati ai confini. La flotta nel Baltico con atomiche tattiche

Se la guerra sul campo sembra essere in fase di stallo, ora l'allarme che spaventa l'Europa arriva dal cielo e dal mare. Kiev continua a richiedere all'Occidente i caccia per fronteggiare l'esercito russo, con il ministro della Difesa ucraino Reznikov che si è presentato alla riunione Nato con una pochette che raffigurava il diagramma tecnico di un jet. Ma ci sono altri aerei che già volano e creano timori di possibili nuove escalation. Così come le navi da guerra russe, equipaggiate con armi nucleari, che navigano minacciose nelle acque del mar Baltico

L'allarme aereo è scattato ieri in Polonia, quando una squadriglia di caccia russi è decollata in direzione dello spazio aereo polacco. Un ricognitore Ilyushin Il-20 M scortato da due caccia Sukhoi 27 Flanker, sono stati «invitati» a cambiare rotta da F-35 olandesi in missione Nato che di fatto li hanno bloccati. In un primo momento si era parlato di azione «sopra la Polonia», poi di «zona di controllo del traffico aereo polacco esterna ai confini nazionali» ma tanto è bastato per alimentare, ancora di più, la tensione. Il Baltico si conferma fronte caldissimo, con provocazioni russe che vengono segnalate quasi quotidianamente. I servizi segreti occidentali hanno segnalato la presenza massiccia di aerei russi al confine con l'Ucraina, da quanto si apprende, pronti per lanciare a breve un attacco aereo, viste le difficoltà incontrate sul campo. «Attualmente non li vediamo ancora, ma sappiamo che la Russia ha un numero considerevole di aerei nella sua disponibilità. Per questo enfatizziamo il fatto che dobbiamo fare tutto il possibile perché l'Ucraina abbia le capacità di difesa aerea», ha detto il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin. Ma come se non bastasse, l'allarme sul Baltico raddoppia. Secondo l'intelligence norvegese infatti, la Russia ha iniziato a dispiegare navi tattiche con armi nucleari. Si tratta della prima operazione del genere da 30 anni. «La parte fondamentale del potenziale nucleare è sui sottomarini e sulle navi di superficie della Flotta del Nord - spiegano da Oslo - Una minaccia particolarmente seria in diversi scenari operativi in cui i Paesi della Nato potrebbero essere coinvolti».

Minacce concrete, che spingono i Paesi che appoggiano la resistenza ucraina a stringere i tempi per la fornitura di armi e mezzi per la difesa. «Il tema dei jet da combattimento non è il più urgente ora, ma ci sono discussioni in corso tra alleati sui tipi di sistemi che gli alleati debbano fornire all'Ucraina. Il sostegno che abbiamo fornito all'Ucraina è cambiato e si è evoluto e continuerà a farlo fin tanto che la guerra si sviluppa». Parole del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, alla riunione dei ministri della Difesa dell'Alleanza. Armi, mezzi pesanti e tutto quanto il necessario, sì; Caccia, probabilmente no, anche se Paesi come l'Estonia spingono per una fornitura totale a Kiev. Ma servono interventi rapidi che possano operativi sin da subito mentre gli aerei richiedono tempi lunghi per essere pronti al volo. Quindi, anche la Norvegia fornirà i tank Leopard, mentre la Germania ha informato di aver già addestrato 1200 soldati ucraini all'utilizzo dei nuovi sistemi donati.

Intanto, continua l'assedio di Bakhmut. Se nei giorni scorsi l'armata russa sembrava a un passo da prendere la città chiave del Donetsk, adesso arriva la frenata da parte del capo della brigata mercenaria Wagner Yevgeny Prigozhin, che sta portando avanti l'assedio. «Non faremo festa presto, c'è una forte resistenza», ha ammesso. E porpio a proposito dei famigerati Wagner, secondo la Cnn continua il reclutamento di detenuti da mandare a combattere in prima linea come «carne da macello». Lo stesso Prigozhin aveva detto che «il reclutamento di prigionieri da parte della sua organizzazione era completamente cessato» ma, evidentemente, ha mentito. E non è la prima volta. Uno dei detenuti arruolati, ribellatosi agli ordini ricevuti, ha mandato uno struggente messaggio alla moglie, trasmesso dall'emittente Usa. «Stanno per fucilarmi. Ho perso molte persone, ricordate questo: non mandate altre persone. Vogliono ucciderci tutti».

Si chiamava Viktor Sevalnev ed era in carcere per rapina a mano armata e aggressione prima del reclutamento. Una delle tante storie che emergono dalla prima linea, anche in una fase di stallo sul campo. Ma con aerei e navi, la minaccia russa continua a spaventare l'Europa.

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