"Sì al tagliando sul Pnrr. L'Europa approverà tutti i progetti strategici»

Il sottosegretario: "Fitto? Strumentalizzato. Siamo d'accordo. Le grandi opere si faranno"

"Sì al tagliando sul Pnrr. L'Europa approverà tutti i progetti strategici»
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«La ricognizione e il tagliando alle opere del Pnrr che vuole fare il ministro Fitto è giusto e doveroso. Ho parlato con Fratelli d'Italia in queste ore, lo faccio abitualmente, c'è una interlocuzione costante. Abbiamo un obiettivo comune, sappiamo perfettamente che possiamo raggiungere risultati solo con un gioco di squadra e di coalizione. C'è assoluta unità di intenti. Il resto sono ricostruzioni giornalistiche costruite ad arte». Alessandro Morelli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla Programmazione e Coordinamento della Politica Economica, torna sulla polemica sulle parole di Raffaele Fitto che ha dichiarato che il Pnrr va profondamente rivisto.

Sottosegretario Morelli, l'allarme che si sta diffondendo sulla sorte del Pnrr è frutto di un pericolo reale?

«Mi sembra ci sia una corsa a sparare titoli e a creare divisioni inesistenti. Io sulle infrastrutture dico una cosa molto semplice: le grandi controllate dello Stato riusciranno a mettere a terra progetti e investimenti. Per quanto riguarda altri finanziamenti più parcellizzati, è una questione statistica, nell'ambito di opere per 209 miliardi qualcosa non funzionerà, come avviene in tutte le parti del mondo. Ma come sempre fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. Pensiamo solo al quadruplicamento della ferrovia tra Milano e Genova, infrastruttura strategica finanziata in parte con il Pnrr per la quale gli stralci chiuderanno i lavori regolarmente nel 2026».

L'idea che si sta diffondendo è che l'Italia rischi di perdere fondi già assegnati. È davvero così?

«C'è un errore di fondo. Non perderemo nulla perché i fondi - che sono in buona parte prestiti - in caso non vengono erogati. Non è che abbiamo in tasca 209 miliardi e non li spendiamo. I fondi attualmente non ci sono. Ci muoviamo in un contesto difficile, siamo passati prima attraverso il Covid poi per la guerra in Ucraina. C'è stato un aumento dei costi importante, ora i prezzi si stanno abbassando ma non torneremo al pre-Covid. Credo che dobbiamo prendere atto di questo in maniera laica, ma dobbiamo lavorare per portare a casa il maggior numero di risultati possibili, perché le opere del Pnrr fanno il bene dell'Italia. E in questo tutto c'è meno che una critica verso Fitto».

Lei condivide il ragionamento di Fitto?

«Fitto ha deciso di fare il tagliando alle opere del Pnrr valutandone la fattibilità e l'utilità, fa benissimo, lo suggerivo tempo fa, si farà una valutazione insieme, come governo. Chi ha ideato e modellato il Pnrr all'inizio ha perso di vista l'indirizzo generale, uno strumento eccezionale che serve per finanziare progetti non solo infrastrutturali, ma quelli infrastrutturali sono più della metà, grandissime opere - penso all'Alta Velocità verso Reggio Calabria o alla velocizzazione delle ferrovie siciliane - che cambieranno il volto del Paese. Poi c'è anche dell'altro, escono fuori questioni che capisco che mediaticamente siano appetibili ma parliamo di noccioline rispetto alla portata del Pnrr. Se non avverrà il rifacimento della piazzetta, amen, troveremo altre fonti di finanziamento. Ma la diga foranea di Genova permetterà a un porto italiano di essere ai livelli di altri porti europei».

Resta aperto il tema dell'interlocuzione con l'Europa.

«Dove tutti i Paesi fanno i loro interessi, solo che nel loro caso si parla di difesa legittima. Per l'Italia sembra sempre ci sia un doppio registro. Noi dobbiamo fare come gli altri, né più né meno. Il mio auspicio è che ci possa essere una proficua interlocuzione con l'Europa, l'asticella è stata posta molto in alto rispetto alla progettualità possibile, è molto sfidante, non è un problema solo italiano. Molti finanziamenti sono fisiologicamente soggetti a una parcellizzazione per motivazioni esogene, dipendenti anche dal contesto internazionale.

Ma io sono convinto che si stia facendo un buon lavoro e non si rinuncerà a nessun grande progetto strategico. Tutti sanno che la Lega ha messo le infrastrutture al centro delle sue priorità e su questo non c'è alcuna dissonanza nella coalizione».

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