Terremoto politico in Sardegna. Alessandra Todde potrebbe perdere la poltrona di governatrice dell'isola. Il Collegio regionale di garanzia le contesta infatti le spese sostenute per la campagna elettorale al termine della quale - lo scorso 25 febbraio - la grillina ha battuto l'ex sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu.
Secondo quanto rilevato dal sito web dell'Unione sarda, l'ufficio della Corte d'Appello di Cagliari avrebbe rilevato inadempienze sulle spese tenute durante la campagna elettorale dell'anno scorso. Fatto questo che ha portato lo stesso Collegio regionale di garanzia a emettere un'ordinanza ingiunzione indirizzata al Consiglio regionale.
Adesso sarà proprio l'assemblea sarda a dover stabilire una data per votare l'eventuale decadenza della stessa Todde come consigliera regionale e quindi come presidente della stessa giunta.
L'atto, comunque, è impugnabile presso il tribunale ordinario. La reazione della governatrice è immediata. «La notifica della Corte d'appello è un atto amministrativo che impugnerò nelle sedi opportune - spiega la diretta interessata -. Ho piena fiducia nella magistratura e non essendo un provvedimento definitivo continuerò serenamente a fare il mio lavoro nell'interesse del popolo sardo».
Non si scompone, dunque, la governatrice che vanta il record di essere la prima esponente del Movimento Cinquestlle a governare una regione italiana. Nel febbraio scorso aveva, infatti, strappato la Sardegna al centrodestra. Un risultato cui è stato dato un grande risalto a livello politico perché fu considerato il primo successo del campo largo voluto da Elly Schlein e Giuseppe Conte. Il successo era arrivato sul filo di lana visto che la Todde aveva superato il meloniano Truzzu soltanto di mezzo punto percentuale.
Tra i primi a commentare la notizia c'è Ugo Cappellacci. «Non conosco ancora nel dettaglio la decisione, quindi è presto per formulare giudizi - spiega l'ex presidente della Regione e adesso deputato di Forza Italia -. Sembrerebbero però inadempienze molto gravi nella rendicontazione. Se così fosse, si tratterebbe di dilettanti allo sbaraglio e questa di per sé non sarebbe una novità».
La notizia è passata sotto silenzio nella maggioranza di centrosinistra che sostiene la giunta della Todde. La parola d'ordine è: «si va avanti». Proprio come specificato dalla stessa governatrice.
A destra, invece, sono in molti che sottolineano il disagio istituzionale causato dall'ingiunzione. «Le regole vanno rispettate, il rispetto per i cittadini sardi viene prima dell'interesse politico della sinistra.
Il consiglio regionale non penso possa opporsi, votando in senso opposto al rispetto delle regole», commenta Michele Pais della Lega. E c'è già chi pensa al voto. Come Fausto Piga di Fratelli d'Italia: «Se la presidente Todde ha barato con le spese elettorali è giusto riandare al voto».
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