Il diritto di essere semsibili. Lo rivendica l'ex premier della Nuova Zelanda, Jacinda Ardern, che dopo aver detto addio al governo a febbraio, ieri ha lasciato anche il Parlamento di Wellington. La quarantaduenne ha pronunciato un discorso di saluto dalle tinte forti, di notevole impatto emotivo, nel corso del quale ha ritratto la solitudine del leader. «Puoi essere ansioso, sensibile, gentile - ha detto -, puoi essere una madre o no, un ex mormone o no, un nerd, uno che urla, uno che abbraccia, puoi essere tutte queste cose e non solo puoi esserlo, ma puoi anche essere qui e puoi essere un leader. I leader politici possono essere sensibili e gentili».
Una vera rivendicazione emotiva quella dell'ex premier, diventata mamma mentre era alla guida del governo, che ha così raccontato la sua esperienza di donna leader e mamma: «Pensavo che avrei avuto bisogno di cambiare drasticamente per sopravvivere, ma non l'ho fatto. Lascio il mio posto da persona ancora più sensibile». Nel suo ultimo discorso alla nazione, Ardern ha anche parlato delle sfide difficili che ha dovuto affrontare, probabilmente più dure di quanto si aspettasse. «Non avrei mai pensato di poter ricoprire un ruolo del genere», ha affermato con sincerità, spiegando di aver passato dei momenti duri, di aver avuto preoccupazioni che la facevano sudare freddo, di come non riuscisse a mangiare quando doveva rispondere alle interrogazioni e di aver vissuto eventi che hanno avuto un impatto anche sulla sua famiglia, come la gestione della pandemia di Covid-19, che ha fatto a un certo punto dell'arcipelago agli antipodi il modello mondiale di Paese Covid Free (salvo poi vivere con la variante Omicron un picco di contagi), gli attentati alla moschea di Christchurch del 15 marzo 2019, che provocarono cinquanta morti, e l'eruzione del vulcano Whakaari del 9 dicembre 2019, che provocò 22 decessi. La Ardern è stata una leader popolare, molto apèprezzata anche a livello internazionale, ma ha pagato il fatto che la Nuova Zelanda fatica a uscire dalla palude della crisi degli alloggi, delle disuguaglianze economiche e sociali e dell'emergenza climatica, particolarmente sentita nel Paese oceanico.
La Ardern nel suo discorso di commiato ha raccontato con emozione l'incontro che ha avuto con i sopravvissuti alle tragedia di Christchurch e di Whakaari.
La chiusura del suo intervento è stata accompagnata da una standing ovation, mentre i parlamentari e il pubblico presente in aula intonava le tradizionali canzoni Maori. «Tutiro mai ng iwi», ha cantato la folla, cioè «mettetevi in fila, gente, tutti noi, cercate la conoscenza e l'amore per gli altri».
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