Aveva chiesto di essere ricevuto al Colle. Oggi l'incontro tra Matteo Salvini e il presidente Sergio Mattarella. Ieri, dal computer del leader leghista erano partite due Pec: una indirizzata al premier Giuseppe Conte sull'emergenza coronavirus, l'altra al Quirinale per chiedere un incontro a Mattarella. "L'emergenza nazionale c'è. L'ho detto e lo ripeto, con il massimo dello spirito costruttivo, noi non vorremmo che, dopo aver sottovalutato l'emergenza sanitaria si sottovalutasse l'emergenza economica. Se non verrà presa in mano subito, ogni ora che si perde è un'ora che non torna più", aveva spiegato Salvini in conferenza stampa al Senato.
Questa mattina, dopo una conferenza stampa alla Camera, il leader della Lega è salito al Colle per parlare del virus e della necessità di far ripartire il Paese. "Al presidente della Repubblica porterò il raccapriccio del fatto che invece di unirsi" c'è che provoca l'apertura di inchieste su ospedali lombardo, aveva attaccato il segretario leghista parlando delle frasi di Conte. Sul fronte del coronavirus, la richiesta a Mattarella è quella di "riaprire tutto". "Noi vogliamo dare segnali positivi agli altri Paesi e l'attuale governo non sembra in grado di affrontare nemmeno la normalità, figurati un'emergenza", aveva tuonato Salvini ribadendo la disponibilità della Lega "per portare il Paese fuori dal pantano e al voto".
"Vogliamo che l'Italia riparta, con Giuseppe Conte non può farlo, anzi", aveva dichiarato Matteo Salvini, prima dell'incontro con Mattarella, puntando il dito contro il premier con cui "è impossibile il rilancio del paese. Sono stati quantificati 10 miliardi di euro di danni: non voglio vedere affondare l'Italia" mentre "dal governo non abbiamo avuto segnali concreti". E così l'ex ministro dell'Interno ha fissato la "scadenza" di "otto mesi" per il governo di "traghettamento" verso il voto politico anticipato. "Prima si vota meglio è. Siamo in grado di votare da qui a 8 mesi? Probabile. Occorre però qualcun altro di più credibile di questo governo e di Conte per accompagnare il paese al voto. Se arriva qualcun altro, il sostegno della Lega c'è", aveva assicurato Salvini che vorrebbe vedere l'uscita di scena di Conte quanto prima. "Noi siamo un governo unito, lo siamo già", aveva risposto il premier bocciando l'ipotesi di un governo di unità nazionale.
Il Pd
In mattinata, il leghista era intervenuto sulle parole di Andrea Orlando. "Credo che la situazione richieda il massimo sforzo unitario tra tutte le forze politiche - aveva scritto su Twitter il vice segretario del Pd -. Si può e si deve collaborare anche nella distinzione dei ruoli. Nessuna emergenza però giustifica o rende praticabile un'alleanza con la Lega". "Rassicuriamo il vicesegretario del Partito democratico, Orlando: andare al governo col Pd è l'ultimo dei pensieri della Lega", aveva tagliato corto Salvini.
"L'unità d'azione nell'emergenza è un dovere di tutti. La formazione di un governo è una scelta politica. E noi con la destra sovranista e populista non possiamo fare alcun governo", ha scritto Goffredo Bettini, membro della direzione nazionale del Pd, in un post su Facebook. "Di fronte all'emergenza occorre la massima solidarietà di tutte le forze politiche che siedono in parlamento. È giusto concordare il più possibile le strategie di intervento, in campo sanitario, sociale ed economico. Andremo di fronte a un a crisi molto grave che colpirà le nostre esportazioni, il nostro apparato produttivo, le imprese e i lavoratori. Sarebbe, tuttavia, banale e strumentale ridurre tutto ciò alla necessità di un governo istituzionale con tutti dentro.
Non si utilizzi cinicamente il dramma di tante famiglie, per manovre politiche tese a coprire le difficoltà di alcuni partiti e leader".Conte è poi intervenuto di nuovo sulle parole di Salvini. "Non partecipo al gioco delle polemiche dobbiamo lavorare per il Paese", ha detto il premier da Napoli.
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