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Il bivio tra nostalgia canaglia o brutale realtà

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Correva l’anno 1973 quando rimasi folgorato da Lucrezia, una splendida ragazza alta, longilinea, una foresta di ricci rosso acero e due occhioni verde smeraldo sparsi in una marea di efelidi. Era la più bella e sapeva di esserlo e quindi era inarrivabile (e se la tirava tantissimo). Quando passava nel corridoio del liceo classico fendeva la folla degli studenti con il suo incedere come un coltello nel burro… Poi conobbi la mia consorte, ci fidanzammo, ci sposammo e abbiamo avuto tre splendidi figli (e non mi sveglio di soprassalto nella notte)... Lo scorso anno ho rivisto per motivi di lavoro Lucrezia. La riconobbi solo grazie alla mia memoria per i nomi. Era irriconoscibile: appesantita nel fisico, il rosso delle foglie d’acero aveva lasciato il posto al colore smunto delle foglie secche autunnali. Non era più in grado di fendere la folla. Parlammo un po’ di «amarcord». Aveva perso l’allure! Era un’altra! E chiacchierando un po’ mi disse che ora si ritrovava quasi settantenne con un pugno di mosche in mano e guardava con tristezza il futuro! «Forse son stata troppo selettiva» ha amaramente concluso. Quindi anche il prode Ettore potrebbe tentare di contattare la sua Luisa per capire che forse non è più il caso di «svegliarsi di soprassalto con l’azzurro dei suoi occhi che dilaga nella sua mente»... sperando di non incrociare un novello Achille.
Pos

Caro Pos, d’accordo con lei. È sempre pericolosissimo incontrare un vecchio amore, specie se idealizzato. Per le «fiamme» di un tempo vale il principio che vale per i fan: mai avvicinarsi troppo al soggetto del proprio «culto» perché non si può che rimanerne drammaticamente delusi. I fan e gli innamorati degli anni andati vanno tenuti alla giusta distanza. Ed è la ragione per la quale, al contrario, avevo suggerito a Ettore (che a distanza di decenni perde ancora le notti dietro al pensiero della «sua» Luisa) di provare a rivedere il suo mito giovanile: per liberarsene per sempre. E con il meraviglioso racconto dell’inarrivabile Lucrezia lei ci offre la dimostrazione plastica di ciò che intendo.

Certo è triste e ancora più triste è il fatto che potremmo essere la Lucrezia di qualcuno e anche su di noi potrebbero intravvedere gli impietosi graffi del tempo, ma è piuttosto inevitabile. Il tutto sta nello scegliere se crogiolarsi nella nostalgia o se farsi brutalmente svegliare dalla realtà. Che ognuno opti per ciò che gli è più utile ad andare avanti.

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