Salvini da Draghi riapre la partita della riforma delle pensioni

Sono tre i fronti aperti per il leader della Lega Matteo Salvini, che in questi giorni è impegnato a lavorare per porre sul tavolo delle trattative di governo diversi argomenti

Salvini da Draghi riapre la partita della riforma delle pensioni

Sono tre i fronti aperti per il leader della Lega Matteo Salvini, che in questi giorni è impegnato a lavorare per porre sul tavolo delle trattative di governo diversi argomenti. In primis la riforma pensionistica, che sta a cuore a molti italiani. Le altre due gatte da pelare per il segretario del Carroccio, sono da una parte vede il pressing degli avversari sulla questione Durigon e dall'altra lo scontro, il faccia a faccia, con il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, accusata di immobilismo, soprattutto sulla questione migranti.

Ieri il Capitano ha incontrato il premier Mario Draghi, al quale ha espresso grande preoccupazione per la crisi in Afghanistan, anche per le potenziali ricadute sul nostro Paese. Non a caso, proprio ieri mattina Salvini aveva visto a Roma gli ambasciatori di Afghanistan e Pakistan.

Tra gli argomenti affrontati anche quelli legati alla ripresa dell'attività di governo: il leghista ha confermato il massimo sostegno per realizzare le riforme utili all'Italia a partire da Giustizia, taglio della burocrazia e delle tasse.

Ma durante l'incontro i due hanno parlato anche di temi economici. Innanzitutto del codice degli appalti e della riforma pensionistica: l'obiettivo della Lega - ha ribadito Salvini - è immaginare una riforma non penalizzante per gli italiani. Ma lui e il premier non sono scesi nel dettaglio. Sulla questione sono però previsti altri incontri in breve tempo, vista l'importanza dell'argomento, prioritario per molti contribuenti.

Durante il colloquio non è mancato un riferimento agli incendi che hanno devastato il Centrosud e le Isole. Salvini ha proposto una modifica alle norme per consentire l'immediata messa a dimora di nuove piante sui terreni bruciati. E ha contestato la fusione tra Arma dei carabinieri e Corpo forestale, così come fatta dal governo Renzi.

Ha quindi parlato di immigrazione, collegandosi al tema afghano, dicendosi preoccupato per il rischio terrorismo.

E proprio sul tema migranti l'ex vicepremier torna ad attaccare la titolare del Viminale, Luciana Lamorgese. «Rave party con morti e feriti che durano giorni, orde di baby gang che terrorizzano da tempo la riviera romagnola e non solo - ha detto ieri commentando l'arrivo della Geo Barents ad Augusta - , dopo navi francesi e tedesche, oggi una nave con bandiera norvegese lascerà 322 immigrati in Italia. Lamorgese, dove sei?». Un pressing che, però, per il momento non ottiene risposta dalla controparte, che si è trincerata nel silenzio, fatto salvo per le recenti uscite sullo ius soli.

Ma ad attaccare il ministro dell'Interno non è solo la Lega. La leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, con la quale a breve Salvini dovrà vedersi, rincara la dose in un'intervista a La Verità: «La vicenda di Viterbo grida vendetta davanti a Dio. In qualunque nazione normale il capo del Viminale si sarebbe già dimesso. Per questo stiamo valutando di presentare un mozione di sfiducia contro il ministro Lamorgese». Per poi proseguire: «Come può un governo che impedisce alla gente di andare al bar, che chiude le attività economiche, che non consente ai ragazzi di andare a scuola o in discoteca, consentire a migliaia di scappati di casa di bivaccare ammassati tra la droga per giorni?».

C'è poi la vicenda legata alle uscite del sottosegretario all'Economia Claudio Durigon sul fratello di Mussolini, Arnaldo, che fu direttore amministrativo del Popolo d'Italia. Avrebbe voluto intitolargli un parco già dedicato Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Vicenda che ha portato Partito democratico e Movimento 5 stelle a parlare di «mozione di sfiducia».

Fonti leghiste fanno sapere che Salvini non ha la minima intenzione di espellere il politico. Per ora nessun pressing dal governo, a quanto pare, nonostante i numerosi attacchi che arrivano dagli avversari politici. «Con Draghi ho parlato ieri - ha chiarito Salvini - ma abbiamo trattato di Afghanistan, di salute e lavoro. Non credo che abbia tra le sue priorità i parchi di Latina. Con Claudio Durigon stiamo lavorando alla nuova riforma delle pensioni, che interessa milioni di italiani.

Poi la Storia ha già condannato fascismo e comunismo, quasi tutti gli estremismi, tranne quegli islamici». Quanto alle mozioni di sfiducia per chiedere la rimozione del sottosegretario, Salvini ha replicato: «Sono preoccupato zero».

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