Salvini lavora da perno del centrodestra. E prova a tenere a bada la fronda nel Carroccio

Il vicepremier e i "ribelli" lombardi. Fedriga chiude il caso della sua lista civica

Salvini lavora da perno del centrodestra. E prova a tenere a bada la fronda nel Carroccio

Nessun braccio di ferro o tensione dell'ultima ora. Alla vigilia della presentazione degli emendamenti «segnalati», quelli su cui davvero si giocherà la partita delle modifiche parlamentari, il Carroccio fa filtrare di essere soddisfatto di quanto ottenuto, dal rafforzamento della flat tax allo stop alla legge Fornero, fino all'aumento delle pensioni minime.

L'attenzione si sposta piuttosto sul codice degli appalti che dovrà velocizzare e snellire i lavori, una rivoluzione copernicana che nelle intenzioni vorrebbe trasformare il testo in una sorta di «codice Salvini». L'idea del leader leghista è che il testo redatto dal Consiglio di Stato, sebbene apprezzabile e più snello della norma oggi in vigore, contenga ancora troppi paletti e oneri burocratici per le imprese che partecipano ai bandi e si aggiudicano i lavori. L'intenzione è quella di dare un segnale importante alle imprese, con un testo che evochi il «modello Genova».

Se sulla manovra Matteo Salvini adotta una linea di mediazione, il segretario deve fare i conti anche con qualche polemica che nasce per la decisione di Massimiliano Fedriga di presentare una propria lista alle Regionali. Il governatore del Friuli Venezia Giulia getta acqua sul fuoco. «Non c'è nessuno strappo. Molti governatori hanno fatto le loro liste civiche, penso a Luca Zaia in Veneto, a Fontana in Lombardia a Toti in Liguria. Sono della Lega, rimango nella Lega. E penso che la Lega dovrà continuare a lavorare unita. Sarò candidato presidente non di una lista ma di una coalizione. La lista vuole essere qualcosa di integrativo alle forze politiche della coalizione e non di alternativo».

È probabilmente la coincidenza temporale con lo strappo dei tre consiglieri regionali lombardi, vicini a Umberto Bossi, che hanno lasciato la Lega e creato un nuovo gruppo al Pirellone (e sono stati prontamente espulsi da Salvini) a fare accendere i riflettori sul Friuli. Non ci sono, però, segnali che possa innescarsi un effetto domino. In Piemonte, ad esempio, la regione di Riccardo Molinari, nei prossimi giorni si terranno congressi unitari e non si vedono all'orizzonte altri Comitati del Nord.

La Lega, piuttosto, è pronta ad aprire un fronte polemico-politico con l'opposizione ed è intenzionata a cavalcare fino in fondo lo scandalo che sta interessando il gruppo dei Socialisti e Democratici Europei e l'ex europarlamentare del Pd, Pier Antonio Panzeri, togliendosi qualche sassolino dalla scarpa. «La Lega chiede la convocazione urgente del Copasir e l'interessamento della commissione speciale al Parlamento europeo sulle ingerenze straniere dopo le indagini, le perquisizioni e gli arresti che hanno coinvolto un eletto del Pd e altri esponenti di primo piano della sinistra a Bruxelles» recita una nota.

«In cambio di denaro, nel Pd e tra i suoi alleati c'è chi ha chiuso gli occhi sulla violazione dei diritti umani? A differenza di chi per anni ha cavalcato insinuazioni e fake news contro i rivali politici, da garantisti speriamo vivamente che le accuse siano infondate. Per questo auspichiamo sia fatta luce in modo rapido e inequivocabile».

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