Anche ieri una giornata di ritardi sulle ferrovie dello Stato. Non solo lo sciopero ma anche guasti su diverse linee. Ogni giorno piovono sul ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini richieste di dimissioni da parte dell'opposizione per i disagi causati a pendolari e passeggeri. Ieri il leader del Carroccio, dall'assemblea di Confartigianato a Roma, ha risposto alle polemiche, chiamando in causa in parte, evidentemente, la stessa Rfi citando anche generiche precedenti gestioni che non avrebbero eseguito tutte le necessarie manutenzioni dell'infrastruttura: «Sulle ferrovie, mi chiedono le dimissioni un giorno sì e un giorno sì ma abbiamo 1.200 cantieri aperti adesso, che non ci sono mai stati, perché probabilmente qualcuno negli anni precedenti non ha fatto la manutenzione che andava fatta. Conto che questi che oggi sono disservizi possano domani diventare un servizio migliore». Cantieri che sono la causa quasi quotidiana di criticità per chi si sposta in treno. Non solo la manutenzione, ma anche nuove infrastrutture, finanziate in parte con il Pnrr. Per quantità e costi delle opere messe a terra, ormai Rfi è diventata una delle principali stazioni appaltanti del Paese. La società ha pubblicato l'elenco delle opere in corso. Per molte di queste i lavori sono iniziati addirittura da diversi anni, si arriva anche al 2012, e dovrebbero vedere la fine nel 2025. Ci sono l'alta velocità Terzo valico, il nodo ferroviario di Genova, l'alta velocità Palermo-Catania-Messina, quella sulla Napoli-Bari, il passante di Firenze, il collegamento Brennero-Verona, la tratta Brescia-Padova, la Roma-Pescara. E ancora l'alta velocità sulla Pescara-Bari, e sulla Venezia-Trieste.
Quanto alla manutenzione invece, un mese fa Rfi ha fatto sapere di aver indetto una gara da circa 1,3 miliardi di euro per l'esecuzione di un programma di interventi di manutenzione sistematica dell'armamento ferroviario su tutto il territorio nazionale, che rientra nel più ampio piano di investimenti di Rfi finalizzati a innalzare gli standard di affidabilità della rete. La gara è divisa in 15 lotti per interventi diffusi di rinnovo di binari e traverse, nella sostituzione di massicciate e scambi. La società precisa poi che l'investimento medio annuo sulla manutenzione vale circa 3,5 miliardi.
Salvini ieri ha parlato anche delle strade, e di Anas che «ha aperto più di mille cantieri. Lo so che per gli autotrasportatori è un problema ma se non apro i cantieri oggi fra 5 anni il Paese crolla. Per un ministro dei trasporti ricordarsi il Ponte Morandi, per me, è un faro acceso nella notte. Io potrei fregarmene, non fare manutenzione, I treni arrivano in orario e fra due anni, a fine mandato, boom. Perché ponti, viadotti e gallerie hanno una vita media di 50, 60, massimo 70 anni, se non intervieni per 60 anni poi arriva ....il Ponte Morandi». In giornata il ministro è anche intervenuto all'evento con cui il generale Roberto Vannacci, eurodeputato eletto con la Lega, ha lanciato il suo movimento «Il mondo al contrario», che è anche il titolo del controverso libro che gli ha dato notorietà: da associazione diventa una formazione politica. Con la benedizione, appunto, di Salvini, che in video collegamento ha smorzato l'idea di una fuga in avanti del generale ai danni del Carroccio. E sul Medio Oriente ha spento le polemiche per le parole pronunciate il giorno prima, dopo il mandato d'arresto emesso della Corte penale internazionale nei confronti di Netanyahu.
Il ministro aveva dichiarato, rispetto a una linea più prudente del governo, che «se Netanyahu venisse in Italia sarebbe il benvenuto». Ma ieri ha chiarito: «Conto che si trovi una soluzione perché sicuramente non è Netanyahu il criminale di guerra».
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