Un attacco frontale quello lanciato questa mattina dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini nei confronti del sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Intervenuto in una trasmissione della radio partenopea Crc ha dichiarato: “De Magistris non è in grado di fare il sindaco di Napoli, non si è dimostrato all'altezza di una città bella e complicata come questa”. Salvini, dopo le bordate al primo cittadino, ha visitato il carcere di Poggioreale e ha rincarato la dose. “Siamo di fronte – ha detto – ad un sindaco molto particolare. Sono contento di avere avuto Napoli come città da me più visitata, abbiamo portato soldi per le telecamere e abbiamo combattuto un fenomeno che io non conoscevo, quello dei motorini sequestrati che arrivano a migliaia nei depositi con una spesa di milioni all'anno”.
Nel mirino dell’ex ministro dell’Interno anche la recente nomina di Pietro Ioia a garante dei detenuti di Napoli. “Non giudico le persone – ha continuato Salvini – però le informazioni che mi hanno dato parlano di storie spaccio, droga e camorra alle spalle. Poi chiaro che una seconda occasione si dà a tutti, ma è incredibile che per i detenuti ci siano i garanti, gli avvocati gratis e d'ufficio e tutto quanto, e per i poliziotti no, non c'è un garante e se hanno bisogno di un avvocato se lo pagano”. Negli ultimi giorni sta facendo discutere l’incarico affidato a Ioia, il quale ha trascorso ventidue anni e sei mesi in carcere per traffico di sostanze stupefacenti. L’ex carcerato ha fondato un'associazione per difendere i diritti dei detenuti in materia di sanità, sovraffollamento e reinserimento lavorativo ed è stato ritenuto idoneo dal sindaco Luigi De Magistris a gestire un compito così delicato.
I sindacati di categoria hanno evidenziato che tra i requisiti previsti per la scelta di un garante dei 3.500 detenuti napoletani figurano anche la comprovata formazione e competenza in materia di scienze giuridiche ed integrità morale, qualifiche che Ioia non avrebbe. In più, ad infastidire i sindacalisti ci sarebbe anche della denuncia del caso della cella zero e dei maltrattamenti dei detenuti nel carcere di Poggioreale. Dalle conseguenti indagini scaturì un procedimento giudiziario, con indagati agenti penitenziari e medici.
Nel mondo carcerario si attendeva una figura diversa quale garante dei diritti dei detenuti, come è accaduto in altre città italiane, dove sono stati nominati avvocati, esperti di diritto, dirigenti penitenziari, professori universitari e operatori sociali.
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