Salvini si pente del lockdown e chiude le porte a Draghi

Il leghista: "Nel nostro governo nessuno spazio ai tecnici". E attacca su legge Fornero e canone

Salvini si pente del lockdown e chiude le porte a Draghi

Matteo Salvini si pente di lockdown e sanzioni anti Covid. «Se tornassi indietro non riapproverei quelle norme che hanno lasciato a casa infermieri, medici, insegnati e poliziotti durante il Covid. Tutelerei la libertà di scelta degli italiani» ha confessato ieri su Rai1. E a cinque giorni dal voto vale (anche) come dichiarazioni di intenti qualora l'epidemia tornasse a correre nei prossimi mesi. «Gli obblighi e le sanzioni non fanno parte della mia idea di Italia del futuro». E su un eventuale lockdown «conto che non ce ne sia più bisogno». Ma il messaggio è chiaro: difenderebbe le aperture e la libertà di scelta sui vaccini. Salvini ieri ha fatto tappa a Bari, Milano (con il governatore Attilio Fontana e i 1.800 sindaci e assessori leghisti della Lombardia) e Torino. E dalla Puglia manda un altro messaggio forte in modo che arrivi Oltreoceano. «Chiediamo il voto per la Lega e per il centrodestra, quindi non vedo ruoli per Draghi o per tecnici per rispetto anche nei confronti di Draghi. Se uno vota per la Lega, vota per la Lega. Se uno vota per il centrodestra, vota per il centrodestra. Con tutto il rispetto per gli Stati Uniti», che hanno premiato Draghi come «statista dell'anno». Puntualizza che negli Usa «a breve ci saranno le elezioni politiche di medio termine e anche lì, le osservo da lontano e non mi permetto di dare indicazioni o pareri. I socialisti lì e in giro per il mondo hanno fatto una marea di danni. Io lo osservo e non mi permetto di dire: se vincessero i democratici sarebbe una iattura. Quindi conto che nessuno cerchi di influenzare il voto degli italiani». E sul governo Draghi picchia anche il capogruppo leghista Romeo: «La tripla lettura Senato-Camera-Senato è un vero capolavoro del governo», dice ironico e polemico per l'abbattimento del tetto agli stipendi di alcune categorie.

Salvini rilancia due cavalli di battaglia, l'abolizione della legge Fornero e il blocco degli sbarchi. Partendo dalla prima, «sarà la precondizione necessaria per creare più lavoro. Io mi sto occupando del lavoro e della salute degli italiani, gli altri - sottolinea senza citare il segretario Pd Enrico Letta - si occupano di russi, francesi, di cinesi, di americani, di tedeschi». E da Bari precisa che «anche limitare gli sbarchi di immigrati, che anche in Puglia si sono moltiplicati questa estate, è fondamentale per garantire serenità, tranquillità e sicurezza».

Dopo l'annuncio dal raduno di Pontida il leader della Lega rilancia lo «stop al canone Rai in bolletta e ai linciaggi del Pd pagati dai contribuenti». Ricorda che già nel 2019 un sondaggio interno commissionato dalla tv di Stato a Swg rivelava che per il 78% degli italiani non è giusto pagare il canone se c'è anche la pubblicità e il 48% non è d'accordo con la tassa in bolletta. Ora la Lega fa sapere che nel giro di poche ore «oltre 8mila utenti Instagram hanno risposto al sondaggio lanciato dal partito e il 92% è d'accordo con lo stop».

Salvini fa appello «anche agli alleati di centrodestra, perché al di là del costo per le famiglie è sempre più evidente il posizionamento a sinistra di troppe trasmissioni. Tagliando qualche spreco e qualche maxi stipendio, i conti possono tornare anche senza gravare sulle bollette della luce degli italiani».

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