Non solo Nadef e questione ambientale. A spaccare il governo giallorosso, in queste ore, è anche il tema della cittadinanza italiana ai figli degli immigrati. Un argomento sul quale i due principali azionisti di maggioranza, Pd e 5 Stelle, hanno idee molto diverse. Per la maggior parte dei dem, dare la cittadinanza agli stranieri è una priorità. Non lo è per Luigi Di Maio e per la piddina Alessia Morani. Mentre la sottosegretaria pentastellata all'Istruzione, Lucia Azzolina, la pensa esattamente come i democrat.
Davvero un bel pasticcio. Se il centro-sinistra "grillino" si mostra profondamente diviso, diverso il discorso per il centro-destra. Se Forza Italia ha al suo interno sensibilità diverse, pur con una tendenza generale al "no", Lega e Fratelli d'Italia si dicono pronti a salire sulle barricate. La leader di Fli, Giorgia Meloni, ha già annunciato una raccolta firme "contro la cittadinanza automatica per chiedere al presidente della Repubblica di fermare questo scempio".
Mentre adesso, a cavalcare l'onda della protesta contro l'ultima proposta dei giallo-rossi è Matteo Salvini, il quale oggi, a Radio 24, ha spiegato: "Referendum? Siamo pronti a farlo se andranno avanti con lo ius soli". In realtà, i dem lavorano a una versione più "soft": lo ius culturae. La differenza sta nel fatto che mentre lo ius soli prevede il diritto di cittadinanza automatico per chi nasce in Italia a prescindere dalla nazionalità dei genitori, con lo ius culturae avrebbero diritto alla cittadinanza gli stranieri con più di 12 anni e alle spalle un ciclo scolastico di almeno 5 anni.
Non sufficienti, per Salvini, a garantire una completa
integrazione. "La cittadinanza facile non ci piace comunque la chiamino. L'integrazione è un percorso, la cittadinanza non è un biglietto al luna park", ha spiegato di recente il leader del Carroccio, chiedendosi se siano queste "le priorità degli italiani".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.