Lo ius culturae, la legge che andrebbe a cambiare l'iter per ottenere la cittadinanza italiana rendendolo più semplice per i giovani stranieri che studiano in Italia, spacca il governo e le forze politiche della maggioranza. Mentre ferve il dibattito sui contenuti della Nota di aggiornamento al Def, con Di Maio e Renzi che si oppongono alla proposta del ministro dell'Economia, Gualtieri, di introdurre aumenti selettivi dell'Iva, l'esecutivo si divide anche sul tema della cittadinanza ai figli degli immigrati. Il dibattito, iniziato con la presa di distanza della dem Morani dal suo partito ("Non va fatto adesso"), è proseguito nelle ultime ore culminando nel durissimo scontro tra i ministri Di Maio e Franceschini.
Ospite di "Non è l'arena", su La7, il capo politico del Movimento 5 Stelle è stato chiaro: "Lo ius culturae - ha detto il capo della Farnesina - non è oggi la priorità. Ogni governo che nasce ha delle priorità, noi abbiamo in sequenza il taglio dei parlamentari, la riforma della giustizia, la legge di bilancio. Poi da gennaio - ha scandito Di Maio - dobbiamo fare la riforma della sanità, la legge sul conflitto d'interessi, quindi un cronoprogramma da realizzare". Un chiaro avvertimento al Pd, che però non ci sta. Prima Orfini ("Lo ius culturae si può approvare in poche settimane. Senza tentennamenti, senza paura e senza subalternità agli argomenti della peggiore destra"), poi Franceschini hanno risposto per le rime a Di Maio.
In una nota, il ministro dei Beni culturali ha scritto: "Vedo che poco prima della riunione a Palazzo Chigi, Di Maio ha annunciato in modo ultimativo in tv una serie di posizioni sulla legge di Bilancio e su molto altro. Cose anche interessanti - il commento di Franceschini, tra i principali 'tessitori' del governo giallo-rosso - che credo impegnino il suo movimento, ma di certo non impegnano l'intera maggioranza". Non solo Iva e taglio del cuneo fiscale, dunque. Pure lo ius culturae è un tema divisivo. Che spacca Pd e 5 Stelle anche al loro interno.
Se il deputato pentastellato Michele Sodano segue la linea di Di Maio ("Ragionare sullo ius culturae è importante, ma non rientra tra i punti programmatici stabiliti con il Pd. Abbiamo altre priorità"), la pensa in modo opposto il sottosegretario M5S all'Istruzione, Lucia Azzolina: "Serve spiegare agli italiani che stiamo parlando di bambini che hanno meno di 12 anni e aver paura dei bambini non ha senso. E poi occorre far capire che un bimbo integrato oggi, sarà domani un adulto consapevole, che sente d'appartenere alla nostra comunità", ha detto a Repubblica l'esponente pentastellata.
Parole che rischiano di complicare ulteriormente la trattativa sul tema della cittadinanza ai figli degli immigrati.Rispetto alla quale invece il centro-destra, tra la raccolta firme annunciata da Giorgia Meloni e il referendum minacciato da Matteo Salvini, ha già detto "no".
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