Niente Sanremo per Rula Jebreal. A bocciare la proposta del conduttore Amadeus, che aveva incluso anche la giornalista 46enne di origini palestinesi nella lista delle possibili conduttrici del festival della canzone italiana, sono stati i vertici della Rai.
La decisione sarebbe stata presa sulla scia delle polemiche divampate sui social. Tra i primi a sollevare qualche perplessità sulla partecipazione della Jebreal alla kermesse musicale, la scorsa settimana, era stato il consigliere Giampaolo Rossi. La sua figura, nota per le sue"posizioni ideologiche radicali, filoislamiste e dichiaratamente antisraeliane, così come le fake news raccontate sulla guerra in Siria", aveva osservato, sarebbe "divisiva". "È sorprendente – aveva rincarato in un’intervista all’Adnkronos - che possa partecipare ad un festival che rappresenta la cultura popolare del nostro Paese chi fino a poco tempo fa definiva gli italiani razzisti".
Sbagliato, secondo Rossi, trasformare il festival "in una potenziale tribuna politica con persone che nulla hanno a che vedere con la musica e lo spettacolo". D’accordo con lui Daniele Capezzone, che su Twitter attaccava:"Mi par di capire che con i soldi del canone Rai Rula Jebreal potrebbe essere incaricata a Sanremo di spiegarci quanto le facciamo schifo". "Se poi qualcuno si lamenterà sui social – continuava provocatoriamente il post - seguiranno accuse di: razzismo, sessismo, machismo".
Per Marco Gervasoni, docente dell'Università del Molise, già al centro della bufera per dei tweet sulla senatrice a vita Liliana Segre, la Jebreal resta una "gnocca senza testa". Sapelli dixit. "Aspettatevi un Sanremo pro clandestini, pro islam, pro lgbt, pro utero in affitto, pro sardine, pro investitori d'auto (purché con suv)", rincara il professore.
Inutile l’appello alla calma dello show man Amadeus: "Non sarà un intervento politico, chi viene a Sanremo non farà politica". Ma le rassicurazioni del conduttore non convincono e su Twitter dilaga l’hashtag per chiedere il boicottaggio della kermesse. Tanto da spingere i vertici di viale Mazzini a chiudere le porte alla scrittrice e opinionista naturalizzata italiana che lo scorso febbraio in un articolo sul britannico The Guardian definì l’Italia un "Paese fascista" popolato da "razzisti".
E così da #boicottaSanremo a #iostoconrula il passo è stato breve, anzi brevissimo. La giornalista palestinese è subito diventata la nuova bandiera della sinistra. Davide Faraone, presidente dei senatori di Italia Viva, annuncia che porterà il caso all’attenzione della commissione di vigilanza Rai. "La tv pubblica, si piega al diktat di Salvini", denuncia il senatore renziano che parla di "discriminazione di Stato". Con lui il deputato del Pd, Ubaldo Pagano: "O sei sovranista – attacca - oppure le porte del servizio pubblico sono precluse". Per l’esponente Dem si tratta di "bavaglio preventivo".
A chiedere alla presidenza della Rai di tornare sui suoi passi è anche un altro deputato di Italia Viva, Gianfranco Librandi, mentre per Gennaro Migliore, dello stesso partito, quella della Jebreal sarebbe "un’epurazione sovranista".
Si schierano con Rula anche le Comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai), che hanno espresso preoccupazione per "i continui episodi di polemiche non giustificate nei confronti di cittadini di origine straniera e in particolare arabi, palestinesi e musulmani quando vengono coinvolti in iniziative importanti a livello nazionale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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