Daniela Santanchè è indagata dalla Procura di Milano per l'ipotesi di bancarotta fraudolenta in relazione alla società Ki Group srl. Con lei, l'ex compagno Giovanni Canio Mazzaro e altri quattro coindagati. L'azienda fa parte del gruppo che opera nel settore del biofood e che in passato era guidato dal ministro del Turismo. L'iscrizione di Santanchè nel registro degli indagati, fin qui rimasta riservata, emerge dopo la proroga delle indagini preliminari disposta dal gip Tiziana Gueli il 18 novembre scorso su richiesta dei pm Marina Gravina e Luigi Luzi e dell'aggiunto Roberto Pellicano e notificata agli indagati il 19 novembre. La stessa notifica è stata ricevuta da Michele Mazzaro, fratello di Canio, Antonino Schemoz, Stefano Crespi e Filippo Rolando. Tutti hanno avuto incarichi amministrativi in Ki Group srl.
La nota dei legali della senatrice di Fdi sottolinea come sia «assolutamente certa che verrà dimostrata la sua totale estraneità a qualsiasi ipotesi di addebito». E che si tratta, al momento, di una iscrizione per le cariche ricoperte nella società e non per fatti specifici. Daniela Santanchè è stata presidente del cda e legale rappresentante dell'azienda dall'aprile 2019 al dicembre 2021. Gli avvocati rilevano che il coinvolgimento della loro assistita «è legato esclusivamente alla carica rivestita in seno all'organo amministrativo. Che le cose stiano in questi termini e che agli atti del fascicolo non risulti ipotizzato alcuno specifico addebito nei confronti del ministro Santanché è dimostrato dalla stessa richiesta di proroga delle indagini preliminari firmata dai Pubblici Ministeri, in cui si legge che il Curatore non ha neppure ancora depositato la Relazione fallimentare».
Lo scorso 9 gennaio, quasi un anno fa, il Tribunale fallimentare ha avviato la procedura di liquidazione giudiziale (che ha sostituito il vecchio istituto del fallimento) per la società con «un passivo» di 8,6 milioni di euro. I giudici della sezione Crisi d'impresa hanno messo nero su bianco che «lo stato di definitiva incapacità» di Ki Group srl di «fare fronte regolarmente alle proprie obbligazioni» dipende dal non avere «più credito di terzi e mezzi finanziari propri», a fronte di un «passivo esposto in ambito concordatario di 8.625.912 di euro». Se gli ex amministratori abbiano avuto responsabilità nel dissesto della società lo valuteranno appunto il curatore fallimentare quando depositerà la propria relazione e gli stessi pm. Fonti vicine al ministro del Turismo notano la tempistica sospetta della pubblicazione della notizia della «nuova» inchiesta a suo carico, anticipata ieri dalla Stampa, ben un mese dopo la notifica della proroga d'indagine. Ma proprio all'indomani di un'altra notizia, stavolta positiva per l'imprenditrice Santanchè. Quella per cui la senatrice è a un passo dal vendere Visibilia Editore a un acquirente che offre per la società, risanata con un aumento di capitale, 2,8 milioni di euro. Altre due vicende giudiziarie, già arrivate in fase di udienza preliminare, coinvolgono Visibilia.
Nella prima la senatrice risponde di truffa aggravata all'Inps (la Cassazione deve decidere sulla competenza: Milano o Roma), nella seconda di false comunicazioni sociali (la decisione sul rinvio a giudizio arriverà il 17 gennaio).
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