AAA cercansi immigrati per sostituire gli italiani. È questo il senso dell'articolo-annuncio che ieri Roberto Saviano ha pubblicato sul Corriere della Sera. «Bisogna ammettere una volta per tutte che l'immigrazione, per un Paese demograficamente morto come l'Italia, è una benedizione e una necessità», ha scritto l'autore di Gomorra. E, una volta per tutte, dobbiamo ammettere che Saviano è stato chiarissimo nel sostenere l'idea aberrante che i popoli si possano sostituire scientificamente. E fa anche effetto che questo accorato appello campeggi sulla prima pagina del Corriere, lo storico giornale della borghesia milanese. La tesi è oltremodo semplice: gli italiani non fanno più figli? Nessun problema, abbiamo la soluzione: accogliamo tutti i clandestini che - trasportati da mercanti di morte - arrivano sulle nostre coste. Così risolviamo il problema della natalità e pure quello della manodopera. Un'ideona. Ci interroghiamo: e se per caso i flussi migratori dovessero interrompersi cosa facciamo? Cosa suggerisce l'oracolo della sinistra? Andiamo direttamente in Africa a fare incetta di «nuovi italiani»?
Il problema al momento non si pone, perché soltanto nelle ultime 24 ore a Lampedusa sono sbarcati 4mila migranti e l'hotspot dell'isola siciliana è al collasso ma, probabilmente, per il signor Saviano queste sono ottime notizie e numeri positivi. Anzi è solo l'inizio. D'altronde, non più tardi di dieci giorni fa, in un'intervista a Liberation, aveva detto che l'Italia ha urgente bisogno di un milione di immigrati per ripopolare il Sud.
Quindi ne consegue che l'immigrazione è una «benedizione e una necessità». Per chi non si sa. Non lo è per i migranti che scappano dalla loro terra e spesso trovano la morte nel Mediterraneo, non lo è per un Paese come l'Italia che non ha la capacità di accoglierli tutti. Sicuramente è una benedizione per gli scafisti che fanno soldi sulla pelle degli immigrati. Ma questi problemi Saviano non li mette in agenda, perché sono quesiti da Salvini e Meloni, cioè quelli «che continuano a fare campagna elettorale sui migranti» perché, prosegue lo scrittore, «l'immigrazione è un'emergenza umanitaria e non un'emergenza invasione». In barba ai numeri monstre degli sbarchi che si sono susseguiti sulle nostre spiagge. D'altronde, letto con gli occhiali deformanti della sinistra, preoccuparsi anche dei problemi di sicurezza che l'immigrazione selvaggia implica è volgare e di cattivo gusto. Figurarsi pensare di risolvere il problema della natalità, chessò, investendo sulle tanto vituperate famiglie.
Molto più chic pontificare dai salotti francesi che farsi un giro nelle periferie italiane e vedere il degrado provocato da anni di gestione migratoria scellerata. I fan dell'invasione pianificata hanno un nuovo leader.
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