Sbarchi, Meloni sprona l'Ue: "Rispetti gli impegni presi"

Il premier chiede "più Europa" sul fronte mediterraneo "Serve cooperazione contro il traffico di vite umane"

Sbarchi, Meloni sprona l'Ue: "Rispetti gli impegni presi"

L'idea di un piano organico, strutturale, che si spinga fino all'Africa subsahariana. Il desiderio di recuperare uno spazio importante nel Mediterraneo e di riannodare il filo di un dialogo che si è sfilacciato nel tempo. La necessità, come dice il presidente dell'Ispi Giampiero Massolo di una «assidua e quotidiana azione diplomatica».

É il giorno della Conferenza Internazionale Rome MED Dialogue, organizzata dalla Farnesina e dall'Ispi. Un appuntamento in cui il nuovo governo italiano affronta per la prima volta il tema del rapporto con la sponda africana del Mare Nostrum. «La nostra prosperità non è possibile se non c'è anche quella dei nostri vicini».

Ruota attorno a questa frase l'intervento di Giorgia Meloni che guarda in maniera organica al «Mediterraneo allargato», al suo desiderio di normalità, crescita e prosperità, così come di una piena acquisizione dei diritti civili. Un discorso che non risparmia un affondo contro la distrazione ed la latitanza dell'Europa rispetto all'emergenza immigrazione, anche se con toni comunque costruttivi.

Sulla questione dei migranti serve «più Europa sul fronte Sud», perché «da soli non possiamo gestire un flusso con dimensioni ormai ingestibili, occorre che l'Europa realizzi con urgenza un quadro di cooperazione multilaterale, con un incisivo contrasto ai flussi illegali». Per arrivare a questo occorre «l'europeizzazione della gestione dei rimpatri» perché «il Mediterraneo ha bisogno di essere percepito prevalentemente come una comunità di destino, come luogo di incontro tra identità nazionali e non come un luogo di morte causata da trafficanti di vite umane. Noi chiediamo che l'Europa rilanci una effettiva attuazione degli impegni attraverso una cooperazione migratoria coi nostri partner dell'Africa e del Mediterraneo che devono essere maggiormente coinvolti nel contrasto al traffico di esseri umani». Quanto agli aspetti più generali della politica che il nostro governo ha intenzione di intraprendere «l'Italia è fortemente impegnata a rafforzare il suo ruolo nel Mediterraneo» e che «una solida geopolitica del dialogo si può costruire e consolidare nell'area solo muovendo dalla consapevolezza delle nostre identità culturali e valoriali».

Antonio Tajani introduce un altro tema importante: la necessità e il diritto dell'Italia di poter gestire l'immigrazione operando una selezione a tutela dei suoi interessi. «Stiamo lavorando insieme ai ministri dell'Interno e dell'Agricoltura per un percorso strategico. Vorremmo avere lavoratori che arrivano nel nostro Paese già formati». «Quando noi italiani abbiamo posto il tavolo europeo il problema dell'immigrazione non lo abbiamo fatto per fare polemica con chicchessia, ma per mettere sul tavolo un tema che riguarda certamente l'Italia - la prima porta del Mediterraneo - ma anche Balcani, Libano, Giordania, tutti i Paesi del Nordafrica. É un problema complessivo che dobbiamo affrontare insieme. Senza una politica a favore della crescita dell'Africa è veramente difficile risolvere il problema dell'immigrazione illegale». Tajani fa anche sapere di avere in programma contatti diretti con i Paesi dell'area. «Ho visto il ministro degli Esteri libico, andrò in Libia per vedere come si può arrivare a un accordo generale.

Ho visto anche il ministro degli Esteri del Libano, il presidente del Niger, stiamo lavorando per incrementare le nostre relazioni». É il momento di «avere una strategia comune per combattere l'immigrazione, tutte le illegalità e fronteggiare il rischio terrorismo».

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