Il racconto di Ana Obregòn, l'attrice spagnola che ha affittato un utero e comprato un ovulo per avere una figlia che fosse geneticamente per metà di suo figlio morto di cancro anni prima, di cui ha usato il seme congelato, rievoca quello della prima famosa mamma-nonna a cui Severino Antinori, tramite fecondazione assistita, fece avere un bambino a 63 anni, ricevendo critiche feroci dai colleghi, dalle figure istituzionali e dai cittadini che scandalizzati si scagliarono contro il ginecologo e Rosanna Della Corte, all'epoca la madre più anziana d'Italia.
La donna volle un bambino per le stesse ragioni addotte dall'attrice spagnola. Entrambe avevano perso l'unico figlio e insieme a lui anche la voglia di vivere. Una tristezza e una solitudine insopportabile da colmare attraverso l'arrivo di una nuova vita. Rosanna dichiarò immediatamente che al nascituro avrebbe dato lo stesso nome del fratello, deceduto prematuramente in un incidente stradale alla guida del suo motorino. Neonati che vengono al mondo con uno scopo chiaro, che servono da rimpiazzo, che devono lenire una ferita, che come surrogati non saranno mai chi non c'è più. Non saranno mai stati desiderati e accettati per quello che sono realmente, unici e insostituibili, esattamente come lo erano i figli perduti. Si confrontano sin dalla nascita con la morte che è nella mente di chi li accudirà e con la tristezza che sono chiamati ad alleviare.
Quando morì Gabriella Carsano, la donna che con il marito Luigi Deambrosis, affrontò una estenuante lotta per riavere la figlia neonata, avuta quando avevano 56 e 68 anni, tolta dopo che il vicino di casa gli accusò di averla lasciata in auto per alcuni minuti, in molti hanno ipotizzato che la malattia della donna fosse dovuta al dolore provato per la perdita della sua bambina e i servizi sociali furono messi alla gogna per aver giudicato una coppia di anziani inadatti al loro ruolo in base all'età. Severino Antinori disse che scelse di acconsentire al desiderio di Rosanna Della Corte perché la donna era in ottima salute e prevedeva ancora una lunga vita da dedicare al nascituro, e per fortuna così fu.
Non sono stati altrettanto fortunati Pau e Christian, i due gemelli che Maria del Carmen Bousada de Lara ebbe a 66 anni con gli spermatozoi di un donatore. Tre anni dopo la donna, che ebbe i figli senza un compagno, si ammalò di cancro e lasciò i bambini al loro orfano destino.
Le pratiche mediche garantiscono il desiderio degli adulti a scapito dei bambini. È un cambiamento epocale, gli adulti sono tutelati, i loro desideri si vogliono garantire per legge, mentre i minori hanno perso finanche il diritto all'identità.
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