Scandalo rifiuti tossici, la Regione Toscana latita. E la bonifica non si vede

Cittadini esasperati dopo l'indagine sugli scarti delle concerie. E Giani (Pd) fa melina

Scandalo rifiuti tossici, la Regione Toscana latita. E la bonifica non si vede

La Toscana dei veleni. Così viene definita la Regione dai cittadini travolti dalle conseguenze di quell'inchiesta che ha inchiodato imprenditori del settore conciario ed esponenti politici sullo smaltimento illecito di rifiuti tossici. Le indagini della Procura Distrettuale Antimafia di Firenze si sono concluse nemmeno un mese fa: 38 indagati in totale tra politici, dirigenti pubblici e imprenditori coinvolti nel riutilizzo del Keu - scarto tossico delle concerie - in altre forme sul territorio, mediante aziende legate alla ndrangheta.

Il caso più eclatante è quello della strada regionale 429, tra Empoli e Castelfiorentino: inaugurata nel 2019 per una spesa di 12 milioni di euro e, come appurato dagli inquirenti, con 8mila tonnellate di rifiuti tossici sotterrati. Lo scandalo è scoppiato nel 2021 e ancora oggi la situazione non è cambiata. La Regione Toscana ha provveduto solo a isolare quella parte di terreno mediante teli, promettendo agli abitanti delle zone la bonifica completa dell'area. Un risanamento ancora non iniziato e che sembrerebbe non essere nei piani dell'amministrazione regionale. L'unico modo per procedere all'operazione infatti sarebbe quello di smantellare completamente la strada, scavare e recuperare il materiale tossico. Con un costo altissimo, oltre al fatto che non è stata ancora identificata la destinazione dei rifiuti.

A confermare ciò, proprio qualche giorno fa il governatore dem Eugenio Giani ha annunciato l'inizio dei lavori dell'ultimo tratto della strada avvelenata. Al contrario di quelli relativi alla bonifica, l'inizio delle operazioni dell'ultimo lotto è previsto per il mese di gennaio, con un appalto di 4 milioni e una durata di tre anni per soli 4 km di costruzione.

«È più di un anno che siamo costretti ad andare prendere l'acqua per poterci lavare o cucinare», raccontano alcuni abitanti. «È una situazione insostenibile, da un anno chiediamo e ci viene promessa una bonifica dell'intera area per avere la sicurezza di avere acqua potabile in casa, ma ancora i lavori non sono iniziati e penso non inizieranno mai. Sappiamo che sotto i nostri piedi ci sono rifiuti tossici e abbiamo paura, soprattutto per i nostri figli, di essere contaminati con sostanze altamente pericolose - proseguono. Ci siamo fidati delle nostre amministrazioni comunali e soprattutto della Regione, nonostante il coinvolgimento di alcuni esponenti - concludono - Ma gli anni passano e la bonifica non sembra voler essere fatta».

Un progetto che sembrerebbe essere solo slogan, elettorale e non, di una cerchia politica che vede, peraltro, ancora ai loro posti esponenti del Pd indagati. Tra gli avvisi di garanzia recapitati solo pochi giorni fa c'è quello destinato alla sindaca di Santa Croce sull'Arno, la dem Giulia Deidda che ancora oggi dichiara ai giornali locali di «non sapere niente e apprendere tutto dalla stampa». Le accuse a lei rivolte sono quelle di «aver agito nell'interesse del sodalizio a cui viene contestata una catena di reati in materia ambientale, scegliendo i consulenti ambientali graditi dal consorzio dei conciatori». E ancora: sarebbe stata lei «l'anello di congiunzione tra la politica e gli imprenditori nella raccolta dei contributi». Nonostante questo e le proteste da parte dell'opposizione la Deidda non ha lasciato l'incarico.

Altro esponente dem indagato è il consigliere regionale Andrea Pieroni, accusato anche di corruzione elettorale per aver fatto approvare in Regione un emendamento in favore dei conciatori. Emendamento contestato anche dal governo ma mai bloccato, almeno prima dello scoppio dell'inchiesta, dalla Regione Toscana che, con Giani presidente, ha addirittura fatto opposizione al governo stesso.

Infine,

sempre seduto al proprio posto, il dirigente del settore ambientale Edo Bernini nel pieno delle sue funzioni, non più relative ai conciatori, ma oggi protagonista nell'iter per l'approvazione del rigassificatore di Piombino.

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