Salvini stamattina si presenta in un'aula giudiziaria «per la prima volta da imputato, mai avrei pensato che il mio lavoro mi avrebbe portato a passare il sabato non con i miei figli, ma in un tribunale. Però ci andrò tranquillo, puntuale e rispettoso, perché ho fatto quello che la legge permetteva. E anche qualche magistrato intercettato riconosceva legittimo (il riferimento è a Palamara, ndr) che diceva Salvini ha ragione però dobbiamo fermarlo. Ripeto, sono tranquillo e orgoglioso. A differenza di altri la mattina mi guardò allo specchio a testa alta senza vergognarmi di me stesso», e qui invece il riferimento è soprattutto al premier, ai Cinque stelle e alla loro ipocrisia sull'operato dell'allora ministro del primo governo Conte.
La vigilia dell'udienza sul caso Gregoretti, che potrebbe aprire un processo per il leader della Lega, è preparata da un bagno di folla con i leghisti chiamati a raccolta a Catania. Serve a Salvini per lanciare dei messaggi, senza aprire però il fronte con i magistrati. «Sapevo che da ministro facendo in questo modo avrei dato a fastidio a qualcuno, ho fermato un business da 100 milioni di euro. Accolgono per riempirsi le tasche e portafogli, non per carità cristiana». Cita il caso della nave carica di migranti respinta da Malta e dalla Francia, «non hanno indagato il ministro francese o quello maltese perché hanno difeso i loro confini, domani però vado a processo io che ho difeso confini italiani. Ditemi voi se è normale. È un precedente pericoloso non per me ma per chi verrà dopo. Domani chiunque rischia lo stesso. È una violenza alla costituzione». Per questo la prima riforma che farà il centrodestra al governo, annuncia, sarà quella della giustizia. Ma con toni diversi dal passato. «Bisogna rasserenare i rapporti tra politica e magistratura, la riforma va fatta insieme. In passato il centrodestra ha sbagliato a fare un muro contro muro, bisogna fare le cose insieme. Senza una giustizia veloce e certa non arriveranno mai gli investitori in Italia». Questa volontà di non alzare i toni e lo scontro con le toghe di manifesta anche nella decisione di non fare nessuna manifestazione vicino al tribunale, «mai mi sarei permesso di andare a occupare il libero e legittimo lavoro della magistratura e mi spiace che lì ci sia un partito che di democratico ha solo il nome che va in piazza durante un'udienza augurando processi e galere», il Pd che sfilerà nel corteo anti leghista a fianco di antagonisti e centri sociali.
A Catania verranno anche Meloni e Tajani (l'incontro stamattina prima dell'udienza), un segno di coesione e vicinanza dopo le frizioni successive al voto regionale. E Salvini parla da leader del centrodestra, annunciando due grandi manifestazioni a novembre, una a Milano e l'altra a Roma, «coinvolgendo anche gli altri amici del centrodestra» per raccontare «la nostra idea di Italia». È l'obiettivo, auspicato anche da colonnelli come Zaia, di passare da movimento di lotta a partito di governo con un progetto politico preciso da presentare agli elettori. Tra questi, anche il ponte sullo Stretto, «per unire la Sicilia all'Italia e l'Italia all'Europa». Su quest'ultima anche i toni sono diversi. Non è per forza un male la Ue. «Se l'Europa aiuta le nostre imprese allora viva l'Europa». E il Ppe? Neppure il dialogo con i popolari è da escludere. «Si può parlare di Ppe, Orban, Le Pen. Ma per me prima viene il benessere del popolo italiano, poi viene tutto il resto». La nuova linea più istituzionale, meno anti europeista e filo atlantica si ritrova nei toni molto duri usati conto la Cina, «mi aspetto che tutte le democrazie occidentali chiedano i danni a quella dittatura comunista da cui è partito tutto». Salvini sarà assistito in aula da Giulia Buongiorno, solo stamane deciderà se parlare al gup, oltre alla memoria difensiva già presentata. «Abbiamo scritto che abbiamo salvato vite.
Giudizio abbreviato? Non ci penso proprio, io penso che non ci sarà proprio il processo».La nottata, dopo la cena con centinaia di amici leghisti, passerà nonostante tutto: «Dormirò sereno, ho qui la mia compagna. Il rosario ce l'ho in tasca, ma lo tengo per me».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.