È rovesciata la spilla con i colori dell'Austria al bavero della giacca di Herbert Kickl, il presidente dell'Fpoe che ieri ha ricevuto il mandato di formare il governo a Vienna. Per l'estrema destra, di cui il Partito della libertà dell'Austria è espressione, rovesciare il vessillo nazionale è un simbolo identitario di resistenza contro i governi delle élite cosmopolite, contro i presunti poteri occulti dello «Stato profondo» e delle organizzazioni internazionali che opprimono la sovranità popolare. Con questo arsenale ideologico, che comprende orgoglio nazionale e remigrazione, l'Fpoe ha vinto le elezioni tenute in Austria il 29 settembre con il 28,85%. Alla guida di un governo di coalizione con i Verdi, i popolari dell'Oevp furono secondi al 26,27%, seguiti da socialdemocratici della Spoe (21,14%), liberali di Neos (9,14%) ed ecologisti (8,24%). Il presidente Alexander Van der Bellen affidò l'incarico di formare il governo a Oevp, Spoe e Neos, chiamati a costituire una conventio ad excludendum contro l'Fpoe. Tuttavia, il tentativo di escludere l'estrema destra vincitrice del voto popolare è naufragato sull'incapacità di popolari, socialdemocratici e liberali di trovare un accordo.
Esponente dei Verdi, Van der Bellen ha quindi affidato l'incarico di comporre il governo a Kickl, con la Oevp disponibile a entrarvi come partner di minoranza. «Un passo non facile», ha dovuto ammettere il presidente austriaco ricordando che tra i suoi compiti rientra garantire al Paese un governo «capace di agire», dotato della «robustezza» assicurata da una maggioranza del 50% in Parlamento. Una solidità ancor più necessaria di fronte a «recessione persistente, disoccupazione in aumento» in Austria. Il quadro è aggravato dalle «minacce geopolitiche» e dal dibattito sulla libertà dei mezzi di informazione. Per Van der Bellen, Kickl è «fiducioso» di poter fornire «soluzioni sostenibili» come cancelliere. È dunque un'enorme responsabilità quella che vuole assumere il presidente dell'Fpoe, a capo del primo governo di estrema destra in Austria da quando i nazisti vi presero il potere nel 1938 con l'Anschluss alla Germania. Kickl non nasconde la propria affinità con questo passato, tanto da presentarsi come «cancelliere del popolo» riesumando un appellativo già impiegato per Adolf Hitler.
Tuttavia, non sono soltanto i fantasmi della storia a gettare ombre sul presidente dell'Fpoe. In anni più recenti, quando era ministro dell'Interno (2017-2019), Kickl è stato sospettato di aver aperto i servizi segreti austriaci all'infiltrazione di quelli russi, mentre il suo partito era e rimane vicino a Mosca. Voci che, se confermate, aprirebbero una grave falla nella sicurezza dell'Europa con l'Fpoe al governo. Con l'estrema destra al potere, l'Austria comporrebbe con l'Ungheria e la Slovacchia un blocco post-asburgico anti-Ue e filo-russo, a cui potrebbe aggiungersi la Repubblica Ceca. La prova generale di questa intesa è già in atto al Parlamento europeo con il gruppo dei Patrioti per l'Europa, fondato a luglio da Kickl con il primo ministro ungherese Viktor Orbán e l'ex capo del governo ceco Andrej Babi.
Intanto, venti a favore dell'estrema destra soffiano anche in Germania, dove Afd è salita nei sondaggi al 21,5% a poco meno di 50 giorni alle elezioni anticipate del 23 febbraio.
Secondo partito tedesco dopo i popolari di Cdu e Csu al 31%, Afd non toccava un valore tanto alto da circa un anno. A Vienna, Budapest, Bratislava, il bel Danubio blu si tinge di nero, colore che potrebbe risalire fino alle sorgenti in Germania.
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