Schiaffo a Trump. La Corte Suprema ferma le espulsioni dei venezuelani

Prosegue lo scontro coi giudici. E per il controllo dei confini niente leggi speciali

Schiaffo a Trump. La Corte Suprema ferma le espulsioni dei venezuelani
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Nuovo capitolo nella battaglia tra Donald Trump e la giustizia americana sull'immigrazione. Questa volta è la Corte Suprema a far deragliare i piani del presidente Usa: i nove saggi hanno sospeso nelle prime ore di ieri mattina l'espulsione di presunti membri di gang venezuelane dal Texas, che l'amministrazione aveva deciso in base ad una legge del XVIII secolo. Il mese scorso Trump aveva invocato l'Alien Enemies Act del 1798 per arrestare gli immigrati accusati di appartenere alla gang Tren de Aragua, prima di deportarli in un carcere di massima sicurezza a El Salvador. «Il governo ha l'ordine di non espellere alcun membro della presunta classe di detenuti dagli Stati Uniti fino a nuovo ordine di questa Corte», si legge nella breve ordinanza che ha suscitato il dissenso dei giudici conservatori Samuel Alito e Clarence Thomas. Gli avvocati dei venezuelani coinvolti nel caso hanno presentato venerdì ricorso d'urgenza al massimo organo giudiziario Usa sostenendo che erano a rischio immediato di essere espulsi dal Paese, e che non avevano ricevuto un preavviso sufficiente per contestare la deportazione.

L'ordinanza non ha spiegato le motivazioni dietro la decisione, ma ha ordinato all'amministrazione Trump di rispondere al ricorso d'urgenza non appena un tribunale d'appello federale in Louisiana avrà preso provvedimenti sul caso. In precedenza, il giudice federale di Washington James Boasberg ha detto ai legali dei migranti in Texas che stavano per essere deportati di non avere il potere di sospendere le espulsioni, pur essendo preoccupato per le azioni dell'amministrazione. «Comprendo tutto ciò che state dicendo, ma non credo di avere il potere di fare nulla», ha spiegato durante un'udienza d'urgenza. Lo stesso Boasberg aveva ordinato il blocco di tre voli qualche settimana, fa ma poi la Corte Suprema aveva dato il via libera all'uso dell'Alien Enemies Act pur ordinando che ai migranti fosse notificato il procedimento e fosse data la possibilità di un ricorso.

Nel frattempo, il segretario alla Difesa Pete Hegseth e la segretaria per la Sicurezza Interna Kristi Noem non chiederanno a Trump maggiori poteri per il controllo dei confini. Nel rapporto che invieranno nei prossimi giorni al presidente sulle condizioni alla frontiera meridionale - secondo quanto rivelato da alcune fonti informate alla Cnn - non raccomanderanno l'applicazione dell'Insurrection Act, la legge del XIX secolo che consentirebbe al comandante in capo di utilizzare truppe in servizio attivo all'interno degli Usa per svolgere funzioni di polizia come l'arresto dei clandestini. A gennaio Trump ha emesso un ordine esecutivo dichiarando lo stato di emergenza al confine, ordinando a Hegseth e Noem di inviargli un dossier entro 90 giorni sulle condizioni del confine e se fosse necessario invocare l'Insurrection Act per ottenere il «controllo operativo completo» della frontiera. I due ministri dovrebbero rispondere al tycoon che gli ingressi illegali sono attualmente bassi e le misure in atto funzionano nel controllare il flusso di migranti.

Negli ultimi mesi l'esercito americano ha schierato migliaia di truppe aggiuntive, comprese quelle in servizio attivo, ma hanno effettuato pattugliamenti, costruito barricate e fornito supporto logistico, senza procedere agli arresti.

In ogni caso gli attraversamenti al confine con il Messico sono stati meno di 300 al giorno, secondo un funzionario della Sicurezza Interna, segnando un calo drastico rispetto agli ultimi anni, quando superavano di gran lunga i 1.000 o più al giorno.

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