Prepararsi per l'ultimo viaggio, compierlo con dignità, attraversare la barricata tra la vita e un misterioso «dopo» che non ci è dato conoscere, ma che non spezza l'amore viscerale che si è condiviso. Pensavamo di essere gli unici, tra i figli di madre natura, a svolgere questi riti. Forse ci sbagliavamo. Lo spiega una ricerca pubblicata sulla rivista Scientific Reports, e condotta nello Zambia da un gruppo dell'università britannica di St Andrews: uno scimpanzé, in particolare, è stato osservato mentre puliva accuratamente i denti di un suo compagno morto da poco. Comportamento immortalato da telecamera e visibile su Youtube, che sta mettendo in crisi secoli di studi sulla percezione di un Aldilà tra gli amici del mondo animale, e che potrebbe indicare come il legame tra i componenti di uno stesso gruppo possa durare dopo la morte.
Non mancano, certo, le perplessità di alcuni esperti. «L'uomo non è l'unica specie capace di compassione. - commenta Edwin van Leeuwen, a capo dello studio . Ciò potrebbe aiutare a capire meglio le origini evolutive dei riti sepolcrali umani». Lo studioso sembra aperto alla possibilità che gli scimpanzé (considerati parenti stretti della specie umana) preparino i loro amati a qualcosa che non conoscono, ma che è in continuità col vissuto che hanno trascorso insieme, e per questo li consegnano alla morte puliti e accuditi: resi inermi come sono dal sonno eterno. Ma gli stessi ricercatori restano cauti nel concludere che questo comportamento dimostri una coscienza della morte vera e propria, da parte dell'animale. Un'ipotesi è che si tratti di semplice «curiosità», di un gioco, nel vedere il corpo inanimato di un membro del gruppo. «È impossibile avere una risposta certa se l'animale abbia una reale consapevolezza della morte, o se non sia semplice curiosità per il compagno che si trova in una condizione insolita», chiosa infatti Maurizio Casiraghi, docente di Zoologia all'università di Milano Bicocca. «Che ci sia il riconoscimento di qualcosa prosegue Casiraghi - non si può negare, ma fino a che livello è difficile dirlo. Dobbiamo considerare anche la nostra volontà di vederci qualcosa di più, di umanizzare l'animale».
Uno studio ha rilevato perfino che questo tipo di scimmie sa interagire con lo schermo di uno computer, e reagire con emozioni alle immagini di un televisore. Se, per esempio, nei filmati proiettati durante il test, gli scimpanzé assistevano all'iniezione di un veterinario nella pelle dei propri simili, le reazioni degli spettatori erano negative. Prova di una certa empatia.
E sembra che gli scimpanzé non siano gli unici, all'interno di zoo e riserve, a comportarsi in modo particolare con gli esemplari deceduti. Casiraghi fa infatti l'esempio di una madre giraffa che ha vegliato per quattro giorni il suo piccolo morto, o ancora di gruppi di scimpanzé nei quali ciascun individuo ha voluto toccare il cadavere di un compagno. Quest'ultimo atteggiamento, in realtà, richiama proprio la ritualizzazione di un saluto: la comunità che si presenta di fronte al compagno morto e lo ossequia a turno, come avviene in quelle umane.
Potrebbe trattarsi di un vivace passatempo: a noi piace pensare che sia qualcosa di più profondo. Qualcosa di atavico che riguarda la transizione, l'esalazione dell'ultimo respiro di chi si è amato con amore animale. Un amore che ha sempre istruzioni e meraviglie per il mondo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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