Mafia e 'ndrangheta gestivano il mondo delle scommesse online per un giro miliardario. «Io cerco i nuovi adepti nelle migliori università e tu vai ancora alla ricerca di quattro scemi che in mezzo alla strada vanno a fare bam, bam!. Io cerco quelli che fanno pin, pin!, che cliccano e movimentano. È tutta una questione di indice». Nelle parole di uno degli indagati, intercettato dallo Scico della Guardia di finanza, è spiegata la metamorfosi della malavita. Il volume delle giocate scoperto dagli investigatori delle Fiamme gialle, della polizia e dei carabinieri è superiore ai 4,5 miliardi. A fare luce su questo mondo sommerso sono state tre indagini delle procure di Catania, Bari e Reggio Calabria, coordinate dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, culminate con 68 arresti, tra esponenti della criminalità organizzata pugliese, reggina e catanese, imprenditori e prestanome e con il sequestro di beni in Italia e all'estero per oltre un miliardo.
Si contestano, a vario titolo, l'associazione a delinquere a carattere transnazionale finalizzata all'illecito esercizio sul territorio nazionale di giochi e scommesse sportive, il riciclaggio, l'autoriciclaggio, l'intestazione fittizia di beni, la truffa a danno dello Stato, l'omessa dichiarazione dei redditi, reati aggravati dalla finalità di agevolazione dell'associazione di stampo mafioso. Il centro gravitazionale del sistema era rappresentato da società riconducibili ai noti marchi Planetwin 365 (fino al 2017), Revolutionbet e Bet1128, che soggiacevano a condotte e modalità operative di stampo mafioso o finalizzate ad agevolare gli interessi delle «famiglie» di Catania, Reggio Calabria e Bari. Gli investigatori hanno ricostruito il modus operandi anche grazie a un collaboratore di giustizia di Catania, che ha ideato il sistema. Le agenzie di scommesse controllate dalla criminalità simulavano un'attività di trasmissione dati per la raccolta online di scommesse, ma in realtà operavano la raccolta «da banco» per contanti. La riconducibilità ai sodalizi di queste agenzie veniva schermata attraverso un reticolo di società estere - nelle Antille Olandesi a Curaçao - amministrate da prestanome, che permetteva di riciclare i guadagni illeciti, anche con il passaggio di denaro sui conti correnti accesi in Paesi non cooperativi. Questo procurava ingenti profitti derivanti da un volume di scommesse, quantificato dai finanzieri di Catania, con l'ausilio di esperti del Nucleo speciale frodi tecnologiche di Roma, solo per il sito revolutionbet365.com in circa 20 milioni dall'ottobre 2016 al giugno 2017.
L'attività criminale ha assicurato ai sodalizi mafiosi etnei un profitto di oltre 50 milioni tra il 2011 e il 2017. Il denaro veniva poi ripulito con l'acquisizione di attività commerciali, specie operative nel gaming. Per rintracciare il patrimonio accumulato hanno collaborato Eurojust e autorità giudiziarie di diversi Paesi.
Riceviamo e pubblichiamo una precisazione
"SKS365, proprietaria del brand planetwin365, sostiene le autorità nel loro impegno nella lotta alle attività di organizzazioni criminali che danneggiano il mercato italiano del gioco legale. La società, in merito all’operazione antimafia condotta da Guardia di Finanza, Polizia, Carabinieri e D.I.A., coordinata dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, precisa che il provvedimento giudiziario e le indagini delle Autorità fanno esclusivo riferimento a persone associate a SKS365 in passato.
Come specificato nel comunicato della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, infatti: “Va precisato, con riferimento alla SKS365 che le investigazioni hanno riguardato esclusivamente la proprietà/management che ha gestito la società fino al 2017, ovvero prima della sua cessione ai nuovi proprietari, nei cui confronti non sono emersi elementi di responsabilità.
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