Mentre a Macerata il corteo antirazzista indetto dopo il raid di Luca Traini si svolgeva pacificamente, in altre città italiane le manifestazioni di sinistra, antagonisti e centri sociali hanno creato problemi decisamente maggiori, degenerando vandalismo e aggressioni. In particolare sono passati alla violenza i partecipanti dei cortei di Piacenza e Torino, indetti contro iniziative previste per la giornata di ieri dai gruppi di estrema destra Casa Pound e Forza Nuova.
Il bilancio più grave a Piacenza, dove erano arrivati in mattinata anche comitive di collettivi dell'ultrasinistra da altre città del nord Italia per contestare l'apertura di una sede di Casapound. I manifestanti, in tutto circa quattrocento, hanno aggredito le forze dell'ordine che presidiavano il centro cittadino e la zona della sede. Un carabiniere è stato circondato e pestato sangue freddo da un gruppo di ultrà che si sono poi dati alla fuga nelle vie del centro cittadino. Il corteo della sinistra antagonista era stato autorizzato dalla Questura con l'accordo che sarebbe terminato in piazza Sant'Antonino. Ma arrivati nella piazza i dimostranti sono andati all'attacco del cordone di carabinieri schierato nella piazza per cercare di raggiungere la sede dei neofascisti. Ben cinque carabinieri sono rimasti feriti e hanno dovuto essere trasportati in ospedale. L'episodio più grave si è verificato quando un piccolo gruppo di militari sovrastato in numero dagli antagonisti che hanno cominciato a scagliare sassi e colpire con aste di bandiere, si sono dovuti ritirare frettolosamente. Un carabiniere è caduto ed è stato colpito selvaggiamente, riportando la frattura della spalla e rischiando anche conseguenze peggiori. Un episodio che ha destato polemiche, a partire da quelle di Giorgia Meloni: «Vergogna. Guardate questi schifosi dei centri sociali che colpiscono un agente a terra. Dovrebbero scontare 10 anni».
Anche A Torino la tensione è salita contro un corteo di Casapound per commemorare i caduti delle Foibe.
Nella stessa piazza era stato indetta una contromanifestazione antifascista con circa 150 persone: una ventina si è staccata dal grosso del corteo ed è andata all'attacco con fumogeni, bottiglie, uova e pietre dei reparti di polizia e carabinieri. Ciò nonostante i vertici del Viminale hanno espresso «soddisfazione» per la «sostanziale tranquillità», a parte le «inaccettabili violenze» di Piacenza.
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