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Gli scontrini di Renzi: ecco cosa non torna

Dopo gli scontrini di Ignazio Marino, a far discutere sono quelli del premier Matteo Renzi: lui si difende, ma qualcosa non torna

Gli scontrini di Renzi: ecco cosa non torna

Dopo gli scontrini di Ignazio Marino, a far discutere sono quelli del premier Matteo Renzi. Quando il segretario del Pd era al timone della provincia prima e del comune di Firenze poi, secondo quanto riferito da un ristoratore al Fatto Quotidiano, avrebbe pranzato diverse volte nel suo locale facendo poi fatturare il tutto al Comune. Il premier ha risposto alle accuse: “Io –ci ha scritto - ho messo online tutte le spese, per primo in Italia. E tutte le volte che ho mangiato con mia moglie e la mia famiglia ho pagato di mio, come è ovvio. Sia da Lino che da altri. Peraltro tutte le mie spese dal 2004 al 2013 sono state al vaglio nome per nome, pranzo per pranzo, di Pm e Corte dei conti. Non è possibile che Lino dica che il Comune pagava le mie cene con mia moglie (che poi saranno stati tre o quattro pranzi quando lei insegnava in città). Perché lui voleva offrirmeli e io proprio per questo insistevo per pagarli. Io certe cose non le faccio. E comunque ci sono le ricevute del Comune e le mie personali. Mai fatto tavolate con moglie e amici. Quando ero con mia moglie, ero con lei - prosegue il premier - Tra l'altro, il pranzo che viene citato era nel 2006, quando non ero ancora neanche in Comune. A questo punto faccio fare una nota ufficiale, lo dico a Filippo Sensi”, ha affermato, scrivendo al Fatto Quotidiano.

Ma come sottolinea il quotidiano di Travaglio ci sarebbero alcuni aspetti da chiarire. Innanzitutto non tornano le date. Il pranzo di cui parla il ristoratore Lino Amantini è del 2007, mentre Renzi parla di un pranzo del 2006. Secondo aspetto. La Corte dei Conti ha sottolineato come nelle spese di Renzi ci fossero “gravi anomalie, relativamente al periodo della provincia. L'organo di revisione riscontra anomalie connesse con l'utilizzo delle carte di credito per le spese di rappresentanza... e una carenza di motivazione sui fini istituzionali soprattutto in relazione alle spese di rappresentanza che sono generiche e non in grado di dimostrare l'utilità per l'ente”. Ma la Provincia, annotavano i giudici contabili, “precisa che dal 2009, a seguito del rinnovo degli organi di governo, l'uso delle carte di credito è cessato". Terzo aspetto che sottolinea sempre ilFatto, è quello che riguarda i commensali di Renzi. Non fa i nomi. Infine le spese di rappresentanza sostenute negli anni di Renzi sindaco non è possibile conoscerle.

Non solo online non si trovano, salvo alcune voci generiche e prive di dettagli sulle spese. Alcuni consiglieri comunali di opposizione hanno più volte chiesto al Comune di Firenze il rendiconto voce per voce, ma non hanno avuto accesso agli atti. Questa settimana l'ultima richiesta: che sia la volta buona?

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