È scontro tra Madrid e Roma sull'aborto. O meglio sulla «narrazione» che Pd italiano e compagni sono riusciti a esportare in Europa nel giro di poche ore, pilotando un messaggio fake sulle intenzioni del governo. Sostenendo, sapendo di mentire, che la maggioranza vuole boicottare il diritto delle donne alla legge 194 sguinzagliando i segugi dei movimenti pro vita. E allora non c'è da stupirsi se, dopo un battage mediatico su siti e agenzie, Ana Redondo, ministra per l'Uguaglianza spagnola, casca nella trappola della mala informazione «made in Italy» e commenta su X: «Consentire pressioni organizzate contro le donne che vogliono interrompere una gravidanza significa minare un diritto riconosciuto dalla legge. È la strategia dell'estrema destra: minacciare per togliere diritti, per frenare la parità tra donne e uomini».
Un commento talmente lapidario, pesante (e infondato, al di là dell'opinione personale) che la premier Giorgia Meloni non tace: «Varie volte ho ascoltato ministri stranieri che parlano di questioni interne italiane senza conoscerne i fatti. Normalmente quando si è ignoranti su un tema si deve avere almeno la buona creanza di non dare lezioni».
Anche il ministro alle Pari opportunità Eugenia Rocella cerca di rimettere ordine sul contenuto dell'emendamento che introduce i volontari pro vita nei consultori: «Suggerisco ai rappresentanti di altri Paesi di basare le proprie opinioni sulla lettura dei testi e non sulla propaganda della sinistra italiana, che si dichiara paladina della legge 194 ma non ne conosce il contenuto o fa finta di non conoscerlo».
Alla Camera intanto è stato bocciato, con 134 no, 109 sì e sei astenuti, l'ordine del giorno sui consultori, presentato da Gilda Sportiello del Movimento cinque stelle. Dal governo era arrivato parere contrario. Tra gli astenuti anche gli esponenti di Fi, Paolo Emilio Russo e Deborah Bergamini. «Io sono madre, ho scelto di esserlo, 14 anni fa ho scelto di abortire - ha sottolineato Sportiello nell'emiciclo -. Nessuna donna che vuole abortire deve essere attaccata». «Abbiamo presentato una proposta di legge, a mia firma, per inserire l'aborto in Costituzione», ha annunciato la deputata pentastellata. La linea è quella europea: da
poco al Parlamento europeo è stata votata, a larga maggioranza, una risoluzione per chiedere al Consiglio di includere il diritto all'aborto nella Carta dei Diritti Fondamentali Ue, ricalcando il modello di Parigi, dove il diritto a interrompere la gravidanza sta per entrare nella Costituzione francese. n Polonia, dove l'aborto è quasi impraticabile e la legge è molto restrittiva, sono al vaglio quattro proposte, contro le quali si è pronunciato anche il Papa.
In generale, le condizioni per l'accesso all'aborto cambiano molto tra i Paesi europei. Si passa dal divieto quasi totale a Malta alla Spagna, dove è prevista la possibilità per le 16enni di abortire senza bisogno del consenso dei genitori.
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