«Prigioniero, da domenica in psichiatria (accertamento psichiatrico obbligatorio). Resisto».
È il post pubblicato martedì alle 19 da Vitaliano Trevisan, lo scrittore, attore, regista e sceneggiatore italiano, autore tra gli altri del romanzo «I quindicimila passi». Un messaggio inquietante a cui fa seguito un secondo più dettagliato, in cui lo scrittore, attore e regista vicentino entra nei particolari della vicenda che lo riguarda. Si sa che è ricoverato in Psichiatria, a Montecchio Maggiore.
«Per accertare la mia sanità mentale possono tenermi recluso 15 giorni - spiega -. Ne sono passati tre. In teoria potrei chiedere di andarmene, essendo l'accertamento non coercitivo, ma, se lo facessi, come mi è stato fatto chiaramente intendere, rischierei il Tso (Trattamento sanitario obbligatorio, ndr). Perciò rinuncerò al mio diritto, non chiederò di andarmene e resterò in osservazione». L'artista è costretto a sottoporsi a un Aso, accertamento sanitario obbligatorio. «Nasce spiega ancora Trevisan dall'istanza che ha fatto la mia compagna, che vive in Toscana e l'ha fatta mentre io ero qua, a 450 chilometri di distanza. L'ha fatta, sembra, per il mio bene, perché teme per la mia salute mentale: questo è. E io sono costretto qua perché una persona che è a cinquecento chilometri teme per la mia salute mentale...».
Il suo legale sta accertando nei dettagli la situazione, ma conferma a grandi linee le parole del suo assistito, che sabato scorso è stato contattato dal comandante dei carabinieri di Crespadoro, dove abita. Quando si è presentato in caserma per parlare, rientrando prima da un viaggio, due agenti della municipale gli hanno notificato il provvedimento che lo riguarda e un'unità del 118 lo ha portato in un reparto psichiatrico a Vicenza. Poi lunedì è stato trasferito a Montecchio.
Ma c'è un particolare, l'accertamento sanitario obbligatorio è una procedura legale, che si attiva con certificato medico. Ma non basta. Serve anche l'ordinanza del sindaco del Comune di residenza del paziente e in questo caso a firmare è stato l'ex primo cittadino di Crespadoro, Emanuela Dal Cengio, battuta per sei voti domenica alle elezioni amministrative. Sentita per capire cosa sia realmente accaduto e perché uno scrittore del calibro di Trevisan sia finito così, non vuole fornire spiegazioni: «Non confermo e non smentisco».
Appena due settimane fa era stato annunciato che l'opera di Trevisan «Il delirio del particolare», un testo che si riallaccia al teatro di Strindberg, farà parte dei 51 spettacoli della Stagione 2021-2022 del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Anche al Teatro Sala Umberto di Roma tra i 24 spettacoli che saliranno sul palco c'è Giulietta di Federico Fellini, ma il testo è stato riadattato proprio da Vitaliano Trevisan, che sarà interpretato fa Roberta Caronia. Non è chiaro perché sia sottoposto a questo accertamento psichiatrico. Ma fa venire i brividi ora pensare al film «Primo Amore» diretto da Matteo Garronettorio, in cui nel 2004 ha recitato come attore protagonista nel ruolo di Vittorio, un piccolo imprenditore vicentino che aveva incontrato una donna attraverso un annuncio per cuori solitari.
Lui è in analisi perché è ossessionato da giovani magre, anzi magrissime fino all'eccesso e lei, ignorando la sua psicopatia, lo asseconda fino ad esserne annientata e stanca di essere prigioniera di questo incubo afferra l'attizzatoio e lo colpisce mortalmente alla nuca. Un film che ora sembra quantomai inquietante.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.