C'è la scuola al centro delle polemiche delle ultime settimane. Riapertura, incertezza su quanto accadrà a settembre, esami di maturità sono solo alcuni dei temi che hanno scatenato la politica e non solo. Bersagliata da insulti e minacce, il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina è da ieri sotto scorta. Dopo le parole di solidarietà espresse da alleati e opposizioni, oggi il ministro si è presentato al Senato per il question time dove è scoppiata una nuova polemica. "Il governo accompagnerà il ritorno a scuola degli studenti garantendo la massima sicurezza e la continuità didattica. La riapertura a settembre è un obiettivo comune", ha affermato tra le altre cose Azzolina aggiungendo che "stiamo lavorando con il Comitato tecnico-scientifico, il documento con le indicazioni di carattere sanitario è alle limature finali e sarà reso noto nelle prossime ore".
Ma le dichiarazioni del ministro hanno scatenato l'Aula. "Ne abbiamo sentite tante: chiusura scuola sì, chiusura scuola no; ad aprile gli studenti saranno tutti promossi, a maggio si potrà anche bocciare; le lezioni a settembre potranno essere metà a scuola e metà a casa. Non insisto sugli imbuti da riempire e non riempire, perché lì c'è stata una confusione tra la Montessori e l'imbuto di Norimberga. Però c'è un po' di confusione, quindi mi consenta di non fidarmi di quello che lei ha detto", ha replicato critico il senatore di Forza Italia, Giuseppe Moles. Poi ha aggiunto: "Purtroppo - e mi dispiace sinceramente - lei è riuscita in un'impresa quasi impossibile: unire tutti contro di lei e contro le sue decisioni (sindacati, docenti, dirigenti, personale ATA, famiglie, studenti). Le ricordo, signor Ministro, che la scuola ha bisogno di credibilità e di serietà. E la credibilità è come la verginità: è facile da perdere, difficile da mantenere, ma impossibile da recuperare". E qui si sono scatenate le polemiche.
Il M5S è subito intervenuto in difesa del ministro condannando le "frasi sessiste" del senatore Moles: "Tutta la nostra solidarietà alla ministra Lucia Azzolina, che oggi al senato ha dovuto ancora una volta ascoltare parole volgari e sessiste. È sempre inaccettabile che qualcuno pronunci frasi sessiste, ma lo è ancor più quando a farlo è un eletto al Parlamento alla presenza della ministra dell’Istruzione, già fatta bersaglio di minacce e affermazioni volgari e violente".
La replica del senatore Moles non si è fatta attendere. "Strumentalizzare l'espressione utilizzata in Aula per avanzare isteriche ed inesistenti ipotesi di insulti sessisti sottolinea ancor più il modus operandi dei 5stelle: alzare polveroni per nascondere i propri fallimenti". Poi le scuse: "Ho parlato con la ministra Azzolina e ho spiegato: mi riferivo alla credibilità della scuola. Il sessismo, il genere... Non c'entrano nulla. È il M5S che strumentalizza".
Il senatore ha anche spiegato di aver usato "lo stesso concetto anche nei confronti del premier Conte. Ho aggiunto, nel caso avesse pensato mi riferissi a lei, di accettare le mie scuse. Lei mi ha detto che ha capito. Caso chiuso".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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