La scuola dimentica ancora le foibe

La scuola si è dimenticata del Giorno del Ricordo: ancora oggi, dopo che ben 21 anni fa fu promulgata con una legge

La scuola dimentica ancora le foibe
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Sembra impossibile, eppure è (ancora) così. Quelli delle foibe restano morti senza pace e i profughi giuliani e dalmati esuli senza terra. La loro, quella che Dio o il destino concesse in sorte come madre e uomini malvagi trasformarono in una terribile matrigna. Perché basta avere un figlio o un nipote a scuola e l'altro giorno al suo ritorno a casa averlo accolto con un classico «Come è andata oggi?», per sentirsi rispondere «Nulla di particolare». «Ma avete parlato delle foibe in classe?». «No». Un rapido giro di telefonate per avere, nella stragrande maggioranza dei casi, la stessa risposta. Per carità, un'indagine empirica e sommaria che non può certo consentire di trarre conclusioni assolute, ma di sicuro almeno la ragionevole certezza che la scuola si è dimenticata del Giorno del Ricordo. Ancora oggi, dopo che ben 21 anni fa fu promulgata con una legge e celebrata per primo e con grande solennità dall'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Da allora una miriade di parole e tante scuse sono state rivolte alle vittime di quei massacri e di quell'esodo, per poi scoprire che, a parte poche nobili eccezioni affidate alla buona volontà di qualche professore, a scuola quei morti sono ancora di serie B. Forse perché in un corpo docente ancora troppo di sinistra è difficile ripetere le parole del capo dello Stato Sergio Mattarella che lunedì ha definito le foibe il «simbolo più tetro» della dittatura comunista. Parola ancora difficile da pronunciare con connotazioni negative. E poi del «razzismo di un regime totalitario», di una pulizia etnica fatta di «uccisioni, arresti, torture, saccheggi, sparizioni». Perpetrati con l'aiuto dei partigiani (rossi) dalla dittatura comunista di quel maresciallo Tito (nella foto) a cui il presidente Sandro Pertini concesse il titolo di Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica. Onorificenza che non si riesce ancora a revocargli.

Nessuna gara, ma un affronto di fronte al quale viene da chiedersi, ministro Giuseppe Valditara, quando a Norma Cossetto e ai martiri delle foibe verrà riservata, soprattutto nelle scuole, la stessa universale dignità oggi concessa, due settimane prima, alle vittime della Shoah nel Giorno della Memoria.

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