Ancora una volta una "mano tesa". Quando le barricate del settore della scuola si alzano, nonostante le già promesse 103.000 assunzioni, la sinistra si piega alle richieste dei precari.
I futuri docenti stabilizzati, infatti, nei giorni scorsi si sono lamentati per un piano di assunzioni che avrebbe costretto circa 15mila di loro ad allontanarsi dalle regioni di abitazione per andare a lavorare in altre provincie. In particolare, molti precari del Sud potrebbero ottenere una cattedra al Nord e così essere costretti ad emigrare. "Deportazione di massa", l'hanno chiamata i precari mai contenti.
Così il governo Renzi non ci ha pensato su due volte. E ha emesso una circolare che permetterà a chi otterrà l'assunzione in un'altra regione rispetto a quella di residenza di accettare un anno di supplenza, senza perdere la cattedra. Non rinunceranno quindi al posto che gli spetta dal piano di assunzioni, ma rinvieranno di 365 giorni la "deportazione".
In questi giorni il ministero sta incrociando le domande presentante con l'offerta di posti liberi. Dal primo settembre (massimo entro il 2) i prof assunti riceveranno una mail con la nomina e l'indicazione del ufficio regionale. Avranno 10 giorni di tempo per accettare l'assunzione e se la rifiutano verranno eliminati dalla lista. Parallelamente, entro l'8 settembre dovranno arrivare le proposte di supplenze.
"Nessuno stop, nessun rinvio - ha detto il sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone - l'assegnazione delle supplenze entro i primi giorni di settembre è senza dubbio una mano tesa ai docenti che vedono rispettata la loro aspirazione a lavorare quanto più possibile vicino casa, ma non è affatto uno stop al piano straordinario di assunzioni".
In realtà la decisione del Miur avrà delle conseguenze. Il numero dei supplenti, infatti, ovvero coloro i quali firmeranno un contratto a tempo determinato di un anno, è destinato ad aumentare. Quelli che saranno assunti nelle fasi B e C del piano della "Buona Scuola", infatti, firmeranno un contratto di supplenza vicino a casa e nel frattempo i loro posti nelle sedi dove sarebbero dovuti trasferirsi saranno occupati da altri supplenti locali.
Anche sui numeri dei precari che verranno assunti ci sono alcune perplessità. Molti di loro, infatti, per protesta non hanno presentato le domande di assunzione, che si sono fermate a 71mila unità. A queste, però, ne vanno sotratte 10-14mila spedite da insegnanti delle scuole dell'infanzia, esclusi dalla stabilizzazione. Il totale delle assunzioni, mettendo insieme la fase B e C sono 73.734: "Ci sono almeno 2mila i posti in più rispetto alle domande - dice il presidente dell'Anief Marcello Pacifico - altre 10mila domande sono irricevibili e ulteriori 3mila posti non verranno assegnati tramite GaE e graduatorie di merito per mancanza di aspiranti". Insomma, secondo i sindacati ci saranno 14mila posti vacanti.
Cattedre che avrebbero potuto occupare quelli che, invece, hanno deciso di ribellarsi e di non presentare domanda di assunzione. Per evitare la "deportazione".
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