Finalmente in classe dopo mesi di didattica a distanza e un'estate a misura di Covid. Tra mascherine, distanziamento e una sfilza di nuove regole che faranno compagnia agli alunni per chissà quanto, ieri è stata una sorta di prova generale di quello che accadrà lunedì prossimo, quando ricominceranno le lezioni in gran parte delle regioni. In alcune scuole, per lo più in Lombardia e Sicilia, sono stati i più piccoli a ripartire per primi. Anche a Vo' Euganeo, il paese del padovano prima zona rossa d'Italia, dove il 14 settembre arriverà il presidente Sergio Mattarella, hanno riaperto le materne. «Vedere i bambini tornare a scuola dopo il periodo del lockdown è ricominciare a vivere davvero. C'è una forte emozione anche nel vedere i genitori di questi bimbi che li accompagnano a scuola. Sono sereni: sia loro sia i figli hanno fatto tutti i tamponi e non c'è ansia», commenta il sindaco di Vo' Euganeo, Giuliano Martini. In Trentino Alto Adige, invece, che come tradizione è la prima provincia in Italia ad inaugurare l'anno scolastico, la campanella è suonata per 91mila tra bambini di materne ed elementari e studenti delle scuola secondaria.
A Milano ha riaperto le aule ai propri alunni anche qualche liceo, ma per lo più sono stati asili e scuole di infanzia ad accogliere i primi 19mila iscritti, che diventeranno 30mila a pieno regime, tornati in classe sette giorni in anticipo rispetto alla media nazionale e accolti a braccia aperte da insegnanti ed educatori, la cui sfida sarà ora quella di trasformare in un gioco il rispetto delle prescrizioni anti-coronavirus. Percorsi differenziati, spazi riservati alle sezioni, una grande attenzione all'igiene, il triage all'ingresso come già sperimentato nei centri estivi, educatrici e educatori con mascherina, visiera e termometro alla mano per misurare la febbre prima di entrare. È così che sono stati accolti ieri bambini e genitori, invitati ad arrivare scaglionati rispetto al solito orario. Un primo di giorno «emozionante» per i bambini, ma anche per le maestre, alle prese dopo tanti mesi con le nuove procedure per evitare possibili contagi. Il sindaco di Milano, Giuseppa Sala, assicura che sulla scuola è stato fatto il possibile per arrivare preparati, ma denuncia come sia stato un «fiasco assoluto il bando per insegnanti disponibili a trasferirsi in Lombardia».
Partenza anticipata anche per i più grandi a Milano al liceo Vittorio Veneto, al Moreschi e al Carducci. Quest'ultimo ha riaperto le proprie aule agli studenti del primo anno, una settimana di prova in vista della riapertura generale. «È andata bene per i ragazzi, anche se la situazione è strana. Come dirigenza e docenti siamo impegnati con cartelli, sanificazione e comunicazioni. Siamo tutti un po' circospetti e stiamo imparando a muoverci, a prendere le misure con queste abitudini», spiega Andrea Di Mario, dirigente scolastico del Carducci. Nonostante la prima settimana fosse di prova, facoltativa, le classi erano quasi al completo. Il preside del Carducci sollecita tutti «a vivere la situazione con la necessaria dose di tranquillità e freddezza» e assicura che l'istituto è pronto nel caso in cui dovessero manifestarsi casi di positività.
Sul fronte della politica, nonostante il ministro della Salute Roberto Speranza in vista della riapertura delle scuole inviti
a «recuperare quel grande senso di unità nazionale di una sfida condivisa», l'opposizione continua a dar battaglia. Con la Lega pronta a presentare una mozione di sfiducia per il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina.
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