Le scuole italiane distrutte dalle occupazioni. Valditara: "Non è lotta politica ma teppismo"

Il ministro pubblica le foto sui social: "Chi rompe deve pagare". Stimati 2 milioni di danni soltanto in un istituto

Le scuole italiane distrutte dalle occupazioni. Valditara: "Non è lotta politica ma teppismo"
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Quando passa lo tsumani a riva, con la marea in lenta ritirata, si fa la conta dei danni. E un'occupazione, dalle parti di Viale Trastevere, dove ha sede il ministero dell'Istruzione e del merito, l'occupazione di una scuola è considerta come uno tsunami. E la prima cosa da fare, ad aule liberate, è la conta dei danni. L'ultima occupazione del liceo Virgilio (a via Giulia nel centro di Roma) ha lasciato non solo una lunga scia di distruzione (a detta della preside) e danni ma anche una altrettanto lunga teoria di polemiche. Il ministro Giuseppe Valditara, infatti, sui suoi profili social ha pubblicato le foto che qui riproponiamo per dimostrare quanto l'occupazione sia stata gravide di conseguenze sulle condizioni delle attrezzature scolastiche. Le immagini, impietose, mostrano pure brecce sulle pareti e persino dei tronchesi abbandonati nel cortile scolastico. «Ridurre in queste condizioni una scuola non è lotta politica, è teppismo a danno degli studenti e dei cittadini - ricorda il ministro -. Chi rompe deve pagare». Nella nota poi viene inoltre aggiunto che si sta compiendo un'attenta verifica della struttura scolastica per verificare l'ammontare dei danni. Conta che in un altro istituto capitolino, il liceo Gullace all'Appio Latino, ha fatto registrare un ammontare di oltre due milioni di euro. Si tratta in questo caso degli effetti dei due principi di incendio che si sono registrati proprio nel corso dell'occupazione.

Il corrivo comportamento degli studenti resta il problema principale. E da tempo il ministro sta portando avanti una personale battaglia contro il fenomeno delle occupazioni. Supportato, tra l'altro, da genitori, insegnanti e studenti. Scesi addirittura in piazza la settimana scorsa, proprio per protestare contro il fenomeno delle occupazioni che negano il diritto alla studio alla maggioranza dei liceali e ai professori di compiere il proprio lavoro.

Solo nella capitale sono 14 gli istituti occupati nel corso di queste ultime settimane. Gli ultimi istituti a sfruttare questa forma di protesta sono il liceo scientifico Morgagni e il classico Manara, entrambi situati nel quartiere di Monteverde.

Gli studenti del Virgilio replicano al ministro negando ogni responsabilità. E lo fanno con il vecchio metodo dei comunicati (un tempo diffusi in ciclostile oggi semplicemente pubblicati sui social). Il Collettivo del Virgilio racconta su Instagram di un «tour» organizzato dalla preside giovedì scorso per mostrare i danni provocati dall'occupazione.

«Avendo partecipato alla visita - scrivono gli studenti gnaulanti - abbiamo constatato che sebbene sia sporco le condizioni del plesso non rispecchiano la narrazione tragica che è prevalsa finora». Insomma i danni c'erano già. E le aule del primo piano, quelle «abitate» durante l'occupazione, non hanno subito alcun danno.

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