Tre alunni su quattro da lunedì restano a casa: didattica a distanza anche per le materne. «La scuola non chiude, non ha mai chiuso», dice il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, garantendo che le istituzioni scolastiche si impegneranno a non lasciare sole le famiglie.
Ma l'annuncio della sospensione delle lezioni in presenza dalle materne alle superiori nelle zone rosse e in quelle a rischio alto contagi è una vera mazzata soprattutto per chi ha figli piccoli dopo un anno così difficoltoso. Dal prossimo lunedì, l' 8 marzo, circa 6 milioni di studenti rischiano di restare a casa visto che purtroppo la curva dell'epidemia si sta di nuovo impennando e anche nelle zone arancioni potrà essere disposta la sospensione delle attività in presenza dove vi siano più di 250 contagi settimanali ogni 100mila abitanti. Una scelta deludente da parte del premier Mario Draghi secondo M5S. Il capogruppo in commissione Cultura alla Camera, Gianluca Vacca la definisce «una resa».
Bianchi conferma che con le varianti la preoccupazione riguarda direttamente la salute dei giovanissimi perché «la variante inglese è più subdola e colpisce anche i nostri ragazzi e non possiamo permettercelo: dobbiamo metterli in sicurezza». Anche il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini auspica che si tengano «aperte le scuole ovunque sia possibile» ma le zone a rischio dilagano in tutte le regioni. In Piemonte i comuni rossi crescono di ora in ora e il governatore Alberto Cirio ha già annunciato che da lunedì l'attività didattica di seconde e terze medie e delle superiori si svolgerà in dad al 100 per cento, per 15 giorni. Non solo la dad verrà estesa da venerdì alle aree dove l'incidenza dei contagi supera la soglia di allerta anche ad elementari e infanzia. E proprio a Torino il movimento no dad è pronto a scendere in piazza per tornare in classe. Per il governatore del Veneto, Luca Zaia si doveva intervenire prima perché era chiaro il collegamento tra il rialzo della curva e la riapertura delle scuole. «Serviva un fermo prudenziale - dice Zaia- chiudere le scuole quando si è in rosso è come chiudere la stalla quando i buoi sono scappati».
Una chiusura così estesa non si verificava dal lockdown dello scorso anno: 2 milioni e 700 mila per infanzia e primaria; un milione e 200mila per le medie e 2 milioni e 300mila per le superiori andranno in dad. In 14 Regioni su 20 potrebbero essere chiusi tutti gli istituti sulla base delle proiezioni dell'andamento dell'epidemia. Sarebbero escluse per ora Lazio, Sicilia, Calabria, Val d'Aosta e naturalmente la bianca Sardegna
Purtroppo in molte regioni la vaccinazione del personale scolastico (l'unica strada per poter tornare a scuola senza dover richiudere in tempi brevi) procede a rilento.In totale ieri per il personale scolastico le somministrazioni erano salite a circa 226mila ma con enormi disparità tra regioni. Alle 15 di ieri erano state vaccinate quasi 50mila persone in Campania; quasi 32mila in Toscana; quasi 30mila in Puglia; 25mila nel Lazio.
Molto indietro la Basilicata e l'Emilia Romagna con poche decine di vaccinati. Lente anche la Lombardia con poco meno di 400 somministrazioni e la Liguria sotto le 200. Evidenziato il problema dei docenti non residenti nella regione dove lavorano che non sono in lista.
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