Se i colleghi progressisti si indignano per i tampax

Succede che un pacchetto di assorbenti scateni una lite tra colleghi giornalisti. E non stiamo parlando di nulla che abbia a che fare con l'igiene

Se i colleghi progressisti si indignano per i tampax
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Succede che un pacchetto di assorbenti scateni una lite tra colleghi giornalisti. E non stiamo parlando di nulla che abbia a che fare con l'igiene: perché il pacchetto viola scuro, rigorosamente chiuso, si trovava dentro un armadio di una sala stampa, all'interno di un sacchetto da farmacia. Eppure qualcuno, a onor di cronaca è stato un collega di Repubblica, testata che da sempre fa le battaglie per togliere l'Iva a tali prodotti, è stato capace di invocare parole come «decoro», «pulizia», «basilari regole di convivenza». Anche se viene da ridere a immaginare il collega frequentare un qualsiasi supermercato, la scena ha scatenato nella sottoscritta ben altri sentimenti.

La destinataria degli strali infatti ero io: mesi prima dell'episodio (è successo venerdì) avevo lasciato un pacchetto di assorbenti in quell'armadio, per esigenze del tutto personali, che se fosse per me eviterei, ma che si verificano una volta al mese da quando avevo 13 anni. E anche se non ho frequentato la sala stampa del tribunale in maniera assidua per un breve periodo, li ho comunque lasciati lì. Non per dimenticanza, ma per solidarietà nei confronti delle colleghe, che in caso di emergenza avrebbero potuto attingere al mio tesoretto, al posto di vagare per le aule chiedendo aiuto. E che infatti lo hanno fatto. I colleghi maschi avrebbero potuto semplicemente ignorare il pacchetto. Invece no.

Inizialmente mi si è rimproverata la presenza di uno spazzolino da denti, questo lasciato imprudentemente in bella vista. Dopo averlo rimosso, ben presto però ho capito che l'obiettivo vero era un altro. Gli assorbenti. Ritenuti indecorosi anche solo alla vista.

La loro presenza, pur dentro un armadio pieno di polvere, di carte, di ciarpame inutilizzabile, per qualcuno era inaccettabile.

E però, come si suol dire, con alcune cose bisognerebbe fare pace: soprattutto quando i nostri giornali sono pieni di parole come «mascolinità tossica», «femminicidi», «violenza di genere». Meno ipocrisia, please.

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