Se la società si "glebalizza" verso il basso

Se la società si "glebalizza" verso il basso

Una volta, soprattutto certi intellettuali radical-chic, si riempivano la bocca del termine «globalizzazione»: dagli anni Ottanta hanno continuato a dirci che dobbiamo essere tutti globalizzati anche se, una volta, sapevamo che, almeno in economia, «piccolo è bello». Guai a restare fuori dalla Sfida mondiale, ci ammonivano i sapientoni con il ditino alzato, perché, altrimenti, saremmo stati tagliati fuori da tutto. Ma oggi, almeno in Italia, stiamo assistendo ad un fenomeno un po' diverso: un appiattimento generale che non è soltanto economico, ma culturale e non solo. Un impoverimento, questo sì globale, che un mio amico politologo ha felicemente definito «glebalizzazione». Nulla, è ovvio, a che fare con i servi della gleba di una volta, quelli dei tempi di Carlo Magno: si tratta solo di un gioco di parole che fotografa la situazione attuale di degrado diffuso. Un degrado che comincia dal Palazzo, con un progressivo imbarbarimento della politica e dei suoi nuovi leader, e che ci fa rimpiangere persino l'Italia della Seconda Repubblica. Un piccolo esempio? L'altro giorno, i soliti ignoti hanno visitato la casa bolognese di Romano Prodi razziando targhe ed orologi: lui sarà anche stato «mortadella», ma era, pur sempre, un professore.

Intendiamoci, non c'è nulla di nuovo sotto il sole perché già Montanelli aveva registrato una caduta culturale dei ceti medi che, ovviamente, si rifletteva in tutti i campi, ma oggi cosa avrebbe detto il buon Indro di fronte agli ultimi spettacoli andati in onda? «Show» che vanno ben oltre la politica: è il caso del bullismo nelle scuole. Sull'argomento, certi «maestri del pensiero» continuano a fornirci un'interpretazione classista del fenomeno. Basta leggere Michele Serra che, parlando dell'episodio di Lucca, ci ha spiegato, salvo poi cercare di correggere il tiro, perché certi episodi succedono negli istituti tecnici e non nei licei, quelli frequentati, si diceva una volta, dai figli di papà. A suo parere, ancora oggi il livello di educazione sarebbe, infatti, direttamente proporzionale al ceto sociale.

Vai a spiegare al buon Serra per la verità, molti ci hanno poi provato, Salvini in primis - che il suo ragionamento non regge nell'anno di grazia 2018 e che la situazione è cambiata. Oggi siamo agli antipodi rispetto a quanto sostengono gli opinionisti con il paraocchi: stiamo, semmai, assistendo ad un livellamento generalizzato verso il basso. La «glebalizzazione», appunto.

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