Da ridente cittadina sciistica, cuore del forum di economia, ambiente e salute tra i più prestigiosi al mondo, a città dei prezzi che scoppiano. È Davos, il famoso comune della Svizzera tedesca che ha ospitato anche quest'anno il World Economic Forum, agorà ristretta a capi di Stato, consiglieri (quest'anno è toccato, tra gli altri, a quello di Donald Trump), primi ministri, nella quale si discutono questioni e sorti del mondo nel perimetro di una località di meno di 12mila abitanti. Un posto che quest'anno, però, sta facendo parlare di sé anche per altri numeri, e per altri dati economici.
In occasione del forum, infatti, i prezzi di ristoranti e alberghi sono diventati a dir poco esorbitanti, tanto da far gridare allo scandalo numerosi ospiti. Scandalo di cui si è fatta portavoce, nel corso di un'intervista a un quotidiano locale, la Presidente della Confederazione elvetica, Doris Leuthard. «È una vergogna e questo non va bene né per l'immagine di Davos né per quella della Svizzera», ha detto. Malgrado la signora Leuthard, per via della carica che ricopre, sia stata tra gli ospiti di riguardo del Forum; ma, da cittadina svizzera, ha appreso dal quotidiano Blick che qualcuno ha pagato 59 franchi (circa 55 euro) per un hamburger con le patatine, e qualcun altro ha dovuto sborsare oltre duemila euro a notte per una stanza in un albergo a tre stelle. Pronta la giustificazione del sindaco della cittadina: «Qualche pecora nera getta un'ombra negativa sull'intera Davos». Ma i prezzi a dir poco scioccanti del forum erano fatto noto, già qualche anno fa, al New York Times, che spiegò come per i top manager e agli uomini d'affari che vi partecipano è obbligatorio spendere almeno 60 mila euro, vitto e alloggio esclusi.
Ma c'è anche chi prova a porre resistenza a questo curioso e puntuale business: a cominciare da una trentina di altermondialisti che, mercoledì scorso, ha protestato a Davos, contro «l'avidità dei super ricchi». La storia più particolare e popolare, però, è risultata quella di due sorelle, titolari di un negozietto di souvenir collocato a pochi metri dal centro congressuale. Le donne sono state contattate da una multinazionale intenzionata ad affittare il locale, per la durata del Forum, ma hanno declinato, rinunciando a un assegno di oltre 90 mila euro.
Hanno preferito continuare anche in quei giorni di sontuoso viavai la loro attività di piccole commercianti di articoli-ricordo della città: lo scorso anno acquistò da loro due pullover l'ex-Segretario di Stato americano, John Kerry. Senza nessun bisogno di svenarsi, si suppone.
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