Il Senato Usa contro i social "Non potevate non sapere"

Il Senato Usa contro i social "Non potevate non sapere"

Martedì la commissione giustizia del Senato, mercoledì il fuoco di fila dei senatori della commissione intelligence. Sono giorni caldissimi per i giganti social, giorni nei quali la politica americana sta chiedendo conto di come sia stato possibile che i russi abbiano usato le piattaforme di Facebook, Twitter e Google per influenzare le ultime elezioni politiche. Senza che nessuno abbia capito per tempo.

Colpi durissimi da entrambe le parti: «Le vostre compagnie sanno molto di più degli americani di quanto ne sappia il governo», è la bordata di Mark Warner, senatore repubblicano della Virginia, secondo cui l'ignoranza professata dalle compagnie «è difficile da credere». «Dovreste meglio proteggere gli americani e tutti i vostri utenti da questo tipo di macchinazioni», è il contraltare repubblicano che evidenzia un giudizio comune dei due grandi partiti americani sulla gravità dell'arma social in mano ad agenti stranieri. Diversità di vedute si registra nelle soluzioni auspicate. Se i repubblicani propendono per un'autoregolamentazione delle aziende, i democratici sono più favorevoli a un intervento normativo.

Nel corso dell'audizione la commissione ha presentato esempi di come hanno operato i russi.

Uno su tutti: dopo aver creato un gruppo Facebook chiamato «l'esercito di Gesù» e aver fidelizzato 200mila persone con post religiosi, a ridosso delle elezioni hanno cominciato a pubblicare contenuti politici contro la Clinton: presentando i risultati trimestrali, Zuckerberg ha promesso maggiori controlli, anche a discapito della redditività.

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