Senna verde di vergogna e di batteri

Piove sul bagnato: con il meteo avverso, rischio di ulteriori rinvii alle gare nel fiume

Senna verde di vergogna e di batteri
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L'imbarazzo continua: la Senna è ancora troppo inquinata. Com'era prevedibile, la gara olimpica di triathlon maschile di ieri è stata annullata e spostata alle 10.45 di oggi, dopo quella femminile, partita (?) alle 8. Sempre che riescano entrambe a superare il test batteriologico dell'acqua. Cosa che difficilmente accadrà, se è vero che oggi è prevista pioggia - che in genere causa l'aumento dei livelli di Escherichia Coli - e questo potrebbe ulteriormente posticipare gli eventi. Rovesci che aveva peraltro già colpito Parigi durante la sera della cerimonia di apertura.

Insomma, al peggio non c'è mai fine e da tempo si è toccato il fondo. Il rinvio è stato deciso per preservare - giustamente - la salute degli atleti dal rischio Escherichia Coli. È un altro duro colpo per gli organizzatori, che erano fiduciosi sul fatto che i livelli di inquinamento sarebbero migliorati prima del rinvio. Come se da un giorno all'altro si potesse improvvisamente pulire un fiume. L'acqua della Senna, poi, è verde, torbida. E neanche lontanamente blu. I triatleti non hanno ancora fatto un tuffo nel percorso di gara, neanche una bracciata che avrebbe permesso ai partecipanti (?) di familiarizzare con il percorso. Infatti, i due allenamenti di domenica e di lunedì sono stati cancellati a causa delle preoccupazioni sulla qualità dell'acqua. «Quando ti svegli alle 4.20 per gareggiare all'Olimpiade e la gara poi non c'è», l'amaro commento del campione olimpico della disciplina, il norvegese Kristian Blummenfelt, che dopo il successo di Tokyo si sarebbe immaginato tutto fuorché svegliarsi all'alba e tornare a letto. Più duro il belga Marten van Riel, doppio bronzo olimpico, che dice: «Se la priorità è la salute degli atleti, la gara doveva essere spostata altrove da tempo. Siamo solo marionette in uno spettacolo di marionette». Il piano B del duathlon, ovvero quello di far gareggiare i triatleti solo in bici e nella corsa senza la parte nuoto, è ancora valido.

Sempre ieri si è tenuta una riunione d'urgenza tra il comitato organizzatore e la federazione internazionale. «Paris 2024 e World Triathlon ribadiscono che la loro priorità è la salute degli atleti - si legge nel comunicato - Purtroppo, eventi meteorologici al di fuori del nostro controllo... possono alterare la qualità dell'acqua e costringerci a riprogrammare l'evento per motivi sanitari». La numero uno di World Triathlon, Marisol Casado, invece, ha dichiarato: «Siamo tutti delusi perché non siamo in grado di seguire rigorosamente ciò che era stato programmato, ma credo che siamo tutti di buon umore pensando che avremo l'opportunità di farlo». «Siamo spaventati, ci sentiamo presi in giro.

C'è poco rispetto per gli atleti e non è rispettato lo spirito olimpico», è la rabbia di Domenico Acerenza, che il 9 agosto dovrà prendere parte alla 10 km di fondo. «Se le acque della Senna saranno idonee, allora gli azzurri saranno in gara», la nota del Coni.

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