Controllare e intervenire per evitare in futuro altre tragedie come quelle di Ischia, con un occhio di riguardo per le Isole, e un occhio vigile sugli amministratori, perché non sempre è una questione di denaro, ma anche di fondi che restano in cassa senza essere spesi. Il ministro per la Protezione civile e per le politiche del Mare, Nello Musumeci che sarà in Aula al Senato domani per un'informativa sulla vicenda di Ischia ha le idee chiare. «Per il momento occupiamoci di ritrovare gli ultimi dispersi, sui quali le speranze di trovarli vivi, sono pochissime, poi parleremo dei provvedimenti necessari».
Ma intanto, sull'abusivismo occorre fare chiarezza e distinguere, «adesso bisogna vigilare con maggiore attenzione ma l'abusivismo purtroppo, a partire dagli anni '60, è un fenomeno che ha coinvolto tutte le regioni con un tasso naturalmente diverso a seconda del contesto». Un fenomeno presente purtroppo in tutta Italia, ma è probabile che in «alcune regioni del Sud sia stato più evidente e questo denota una scarsa attenzione da chi avrebbe dovuto controllare l'attività nel proprio territorio». C'è allora bisogno di capire chi c'è dietro quella casa abusiva, alcune volte c'è anche l'organizzazione criminale, e in quel caso lo Stato deve stare accanto ai sindaci per evitare di farli sentire da soli» Ma dunque che fare? Ad esempio un'ipotesi è dare poteri sostitutivi se gli enti locali non spendono i fondi stanziati. «Quando il Comune, la provincia o la Regione non sono nelle condizioni di mantenere il rispetto di una scadenza, serve nominare un commissario con poteri sostitutivi». I fondi contro il dissesto ci sono, sono stati stanziati, e per altro su vari programmi come Pnrr, Fcs, i fondi in mano alle Regioni, il Fes. «Il problema è capire perché non si spendono ed è proprio quello che stiamo cercando di capire. Ho dato disposizione agli uffici per verificare quanta risorsa finanziaria sia ancora giacente non impegnata o impegnata e non spesa. L'amministratore locale - osserva - vive di consenso, si nutre soltanto di quello. Se si portano avanti le opere pubbliche, se si mette in sicurezza il territorio, chi ci guadagna, oltre alla sicurezza del territorio, è anche l'amministratore in termini di consenso e di credibilità. Questo è il sale della democrazia. Quindi se un amministratore non spende il denaro, quasi sempre è perché non ha la macchina sufficientemente efficiente per poterlo fare. Allora bisogna verificare, in alcuni Comuni dove non c'è nemmeno l'ufficio tecnico o c'è un solo geometra o un solo ingegnere se si può intervenire attraverso la provincia o la regione e quando serve lo Stato secondo il principio di sussidiarietà»
Poi c'è il tema più spinoso, e guai a generalizzare specie su una materia delicata e pericolosa quali i condoni perché un conto sono gli abusi leggeri, «una cosa è la villa costruita in riva al mare o in una zona particolarmente fragile, una cosa è la finestra aperta 50 cm in più rispetto a quella prevista dal progetto. Credo serva una legge speciale, senza nulla cedere all'abusivismo delinquenziale. Quindi quando parliamo di condono parliamo naturalmente di abusivismi accettabili, di casi sanabili come prevede la legge - ha aggiunto -. Non c'è neanche bisogno di dover fare una nuova legge, semmai si tratta di accelerare le procedure nei Comuni italiani, in particolare nel Mezzogiorno d'Italia dove giacciono negli armadi centinaia di migliaia di pratiche di sanatoria». In ogni isola minore bisogna tenere a disposizione i mezzi essenziali per le calamità, serve un distaccamento di vigili del fuoco.
Il ministro poi risponde anche a chi gli chiede di commentare la dichiarazione del ministro dell'Ambiente Pichetto Fratin secondo cui serve mettere in carcere i sindaci, per porre un freno al fenomeno dell'abusivismo edilizio «No, serve solo inasprire le pene per chi sbaglia».
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