Non vogliono «mancette» e non fanno «liste della spesa». I Giovani imprenditori di Confindustria chiedono invece conto alla politica, che vede cinque ministri e cinque vertici di partito partecipare al 52esimo convegno di Rapallo «Nuova Frontiera. Direzione 5.0», dei risultati.
A partire dal Pnrr, che richiede sforzi più simili a «uno scatto di Formula uno che a una gara fra tricicli», e dall'evasione: «Che sia grande o piccola, la sua gravità non cambia», ha detto il presidente Riccardo Di Stefano, nell'invitare con forza l'esecutivo ad alzare l'asticella nella lotta agli evasori. Ecco quindi un appello a superare gli interessi corporativi e la logica del «prendi e scappa». Puntare invece sulla collaborazione, soprattutto per le riforme e le misure che fanno bene all'Italia che devono uscire dalle battaglie identitarie per essere fatte insieme.
Il riferimento è alla delega fiscale, ritenuta andare nella giusta direzione di un fisco semplice, rigoroso e collaborativo, mentre un sistema a flat tax e una riduzione del carico fiscale sono definiti «poco realistici». Al momento, a cosa tende il Paese non è chiaro, manca un sogno italiano a cui puntare, secondo Di Stefano. L'incertezza è «molto alta», con rischi all'orizzonte. Tra inflazione, rialzi dei tassi di interesse e recessione tecnica in Germania, «la produzione industriale si sta fermando». «Le nostre imprese sono forti, ma potrebbe non bastare», è il timore.
Anche a livello europeo i giovani industriali lanciano un allarme: a fronte di sfide di portata esistenziale e serve un cambio di passo. Le scelte su digitale e green sono un suicidio, un «autentico harakiri» su pannelli solari, batterie e motori tecnici, bisogna invece «tirar fuori le unghie e far passare il principio della neutralità tecnologica» e costruire nuovi schemi di collaborazione con Francia e Germania, «nostri alleati naturali». Su questo punto è arrivato l'impegno del ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, che lunedì vedrà a Berlino i ministri dell'Economia della Germania, Robert Habeck e della Francia, Bruno Le Maire, sulle materie prime critiche. «Finora le decisioni in materia economica-produttiva venivano prese in vertici bilaterali tra Parigi e Berlino. Lunedì nasce per la prima volta un nuovo format trilaterale», ha detto Urso. Il ministro per Affari europei, Sud, politiche di coesione e Pnrr, Raffaele Fitto, ha invece respinto le osservazione sul piano.
«Spesso ascolto tante critiche che poi se guardiamo a quello che accade nel resto d'Europa non corrispondono alla realtà», ha detto auspicando che il piano di ripresa e resilienza sia fuori dallo scontro politico ma che tutti vi partecipino.
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