"Il servizio di Report? Assist ai complottisti"

"I vaccini sono un business per le Big Pharm". Questa è stata la tesi su cui si è basata l'ultima puntata di Report

"Il servizio di Report? Assist ai complottisti"

«I vaccini sono un business per le Big Pharm». Questa è stata la tesi su cui si è basata l'ultima puntata di Report. Una tesi che ha scatenato il dibattito politico, con critiche e accuse che sono arrivate sia dal deputato forzista Andrea Ruggieri sia da vari esponenti del Pd. Ma anche il deputato renziano Michele Anzaldi, segretario della Commissione di Vigilanza Rai, sentito dal «Giornale», chiarisce: «Un'inchiesta televisiva non è un articolo di giornale, non la si legge con calma seduti al tavolo o sul divano, ma la si vede mentre magari si fanno altre cose, mentre in casa si è con la famiglia o gli amici, la si segue anche distrattamente». L'esponente di Italia Viva ritiene che Sigfrido Ranucci, conduttore della trasmissione, sia «troppo esperto per non rendersi conto che quel servizio, costruito con continue insinuazioni e dubbi non fondati scientificamente, ha avuto solo l'effetto di dare nuova benzina alle teorie complottistiche dei no vax e di aumentare ancora di più la diffidenza dei dubbiosi». Anzaldi è convinto che, in un momento così delicato, la Rai non possa alimentare i complottismi: «Se il messaggio è che la terza dose è il business delle case farmaceutiche, che il green-pass non ha un fondamento scientifico e che la durata della copertura dei vaccini è sconosciuta, il telespettatore che ha ancora qualche dubbio se vaccinarsi cosa deve pensare?». Il deputato renziano, mai tenero né con la Rai né con Report, oltre a rimarcare la totale mancanza di contraddittorio durante tutta la puntata, pone l'accento anche su altre questioni.

«Non si capisce - conclude Anzaldi - come si possa sostenere da una parte che l'estensione del green-pass a un anno sarebbe stata una scelta politica arbitraria, poiché l'immunità inizierebbe a calare a 6 mesi dalla somministrazione, e poi parlare della terza dose come di un business di Big Pharma». Ieri, intanto, il Condacons ha presentato un esposto alla Procura di Roma chiedendo di avviare un'indagine sulla «terza dose».

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