La Nuova via della seta continua a far discutere. E a dividere il governo. Sul piatto ci sono gli equilibri internazionali e i timori che, in questo modo, la Cina possa metter le mani sul Vecchio continente. E mentre il Movimento 5 Stelle corre per la realizzazione di questo progetto, dall'altra parte la Lega frena. Oggi, da Bruxelles, il ministro dell'Economia Giovanni Tria ha detto: "Si sta facendo credo una gran confusione su questo accordo, che non è un accordo, è un Memorandum of understanding. Si ribadiscono i principi di cooperazione economico e commerciali presenti in tutti i documenti europei, nessuna regola commerciale ed economica viene cambiata". Il ministro ha poi spiegato che cambiare le regole commerciali "non sarebbe nelle possibilità italiane visto che è una competenza europea, credo che si stia facendo un po’ una tempesta in un bicchier d’acqua".
Sul tema è intervenuto anche il vicepremier Matteo Salvini, che ha replicato da Matera: "Via della seta con la Cina? Non abbiamo pregiudizi, ma molta prudenza. Siamo favorevoli al sostegno e all’apertura dei mercati per le nostre imprese. Altre però sono le valutazioni, sempre attente, che occorre fare in settori strategici per il nostro Paese come telecomunicazioni e infrastrutture. Non vorremmo diventare una colonia. Laddove, e si è visto, la Cina ha effettuato investimenti, ha aperto il suo mercato nel Paese che lo ha ospitato.
Pertanto - ha concluso il vicepremier - molta prudenza".La Via della Seta si presenta infatti come un'arma a doppio taglio. Se da una parte infatti apre alla possibilità di nuovi investimenti, dall'altra rischia di porre Pechino in una posizione di egemonia.
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