La sfida di Bonomi sul cuneo fiscale: "Partiti d'accordo. Adesso tagliatelo"

I leader in coro chiedono meno tasse, il capo di Confindustria li aspetta al varco: "Mi attendo agiscano domani. Finora hanno puntato solo sui bonus". E chiede 16 miliardi per la ripresa

La sfida di Bonomi sul cuneo fiscale: "Partiti d'accordo. Adesso tagliatelo"

«Tutti qui hanno detto che vogliono il taglio del cuneo fiscale e io sono contento e mi aspetto che domani venga fatto». Così il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, concludendo il convegno di Rapallo dei giovani imprenditori di Viale dell'Astronomia, ha sintetizzato la sostanziale concordanza tra tutti gli ospiti circa la necessità di un abbassamento della pressione fiscale sotto forma di taglio di fisco e contribuzioni sulle buste paga. Come prassi il numero uno degli industriali italiani ha attaccato una classe dirigente che ha privilegiato le una tantum per guadagnare consensi. «Negli ultimi anni tanti sono stati i bonus ma nessun intervento strutturale, sono stati tutti interventi a pioggia e peraltro cumulabili», ha detto.

Ospiti della seconda e ultima giornata sono stati Enrico Letta, Matteo Salvini e Matteo Renzi, e, in collegamento da Roma, Giuseppe Conte, mentre venerdì avevano partecipato Giorgia Meloni e Antonio Tajani. «Bisogna mettere subito nel mirino la legge di bilancio che deve essere finalizzata a combattere gli effetti dell'inflazione, la tassa più diseguale che rischia di mettere in difficoltà il nostro Paese», ha spiegato il segretario Pd ribadendo la necessità di un patto di maggioranza in vista della manovra che dovrà prevedere anche una «grande riduzione delle tasse sul lavoro». Anche il presidente M5s Giuseppe Conte ha evidenziato che «deve essere incisivo perché serva a evitare la perdita del potere acquisto del ceto medio». Una priorità sulla quale, palesemente, il centrosinistra s'è accodato al centrodestra. Sia Tajani che Meloni avevano indicato questo obiettivo per la legge di Bilancio e ieri anche Salvini ha dichiarato di essere «d'accordo e aggiungo che serve un concordato fiscale tra cittadini e Agenzia delle entrate perché ci sono 15 milioni di italiani in ostaggio» delle cartelle. Senza contare che il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, aveva indicato al Giornale il taglio del cuneo come fondamentale.

Il leader della Lega ha chiesto che il taglio delle tasse sia di «almeno 10 miliardi euro» e ha rilanciato la necessità di un intervento sul Superbonus («la parola data va mantenuta, altrimenti rischiano di fallire migliaia di imprese»). Bonomi, invece, ha ribadito «l'urgenza di intervenire sul costo del lavoro con un taglio del cuneo fiscale, rispetto al quale la proposta da 16 miliardi di euro avanzata da Confindustria da mesi e che permetterebbe ai redditi bassi di guadagnare 1.223 euro, uno stipendio in più». I partiti, però, hanno preferito la politica dei bonus e degli interventi una tantum a pioggia che sono cumulabili. «Così si favorisce il 50% della popolazione anziché il 10% che ne ha bisogno e tutto questo succede perché non c'è un'anagrafe della spesa sociale in Italia», ha evidenziato.

Il problema di fondo, tuttavia, è rappresentato dalla mancanza di risorse sufficienti ad assecondare questi propositi. La sessione di bilancio, infatti, partirà con l'handicap degli interventi anti-rincari che hanno già impegnato 30 miliardi tra la fine dello scorso anno e il 2022. In un quadro nel quale il rapporto deficit/Pil si è già deteriorato per via della correzione del quadro programmatico, si fa sempre più concreta l'eventualità di una crescita minore delle attese. Lo stesso Bonomi ha rimarcato che «il Paese è fermo», alludendo a una crescita che quest'anno non dovrebbe superare il 2,2-2,3%, che equivale all'effetto di trascinamento del 2021.

E a la recente revisione al rialzo rientra «nelle prassi e linee guida Ue». Trovare i 16 miliardi chiesti da Viale dell'Astronomia o i 10 miliardi ipotizzati da Salvini per il ministro dell'Economia, Daniele Franco, sarebbe molto più che un rompicapo.

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