La sfida globale di Meloni. "Risultati già concreti"

La premier accoglie a Borgo Egnazia i capi di Stato e di governo. "Non siamo una fortezza chiusa". Un giorno di lavoro sui dossier

La sfida globale di Meloni. "Risultati già concreti"
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Indossa un tailleur rosa e da buona padrona di casa accoglie i leader che arrivano alla spicciolata. Mezzo potere mondiale si materializza in pochi minuti. Ecco Ursula von der Leyen, al centro di mille trame e di mille voci in questi giorni tempestosi. Rimarrà alla testa della Commissione? Per ora arriva a Borgo Egnazia, precedendo il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Ecco poi il premier britannico Rishi Sunak e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Combinazione, Scholz è uno dei «congiurati» che stavano pensando di sbarrare la strada a von der Leyen, ma le elezioni europee hanno assestato un colpo durissimo alle sue ambizioni. È un G7 sottosopra quello che si ritrova nel lussuoso resort pugliese e forse è proprio Meloni quella che sta meglio, legittimata da un voto in crescita. Lei si diverte a fare un selfie con i fotografi ammessi al cospetto dei «grandi» per le foto di rito, poi invita i colleghi a firmare il pannello del G7.

Gli esperti provano a misurare il calore dei saluti per pesare le relazioni personali e allora tutti notano le espressioni divertite che Meloni scambia col premier britannico Rishi Sunak. Più rapidi i saluti con Emmanuel Macron e qualcuno ci legge naturalmente la freddezza dei rapporti fra i due. Guastati in queste ore dallo scontro, dietro le quinte, sulle parole da inserire nel testo finale e dedicate all'aborto. Anche Macron è stato azzoppato dalle scelte dei francesi e ha appena indetto nuove elezioni. Ma anche lui è qua. Con tutti gli altri, con il giapponese Fumio Kishida e con Joe Biden che chiude il gruppo, si toglie infine gli occhiali da sole, prende affettuosamente la mano della premier, va a mettere uno scarabocchio sul solito pannello, accenna un saluto militare. «Il G7 non è una fortezza chiusa che deve difendersi da qualcuno - spiega lei - siamo aperti al mondo». L'agenda è un elenco senza sconti di drammi e conflitti che avvelenano le relazioni internazionali: Africa, cambiamento climatico, Ucraina. Sei sessioni in tutto, tre nella prima giornata, la terza, quella dedicata a Kiev dopo il pranzo e l'arrivo di Volodymyr Zelensky che abbraccia e ringrazia la premier. «Ci sarà molto lavoro - riprende lei - ma sono certa che porteremo avanti un confronto che genererà risultati concreti e misurabili».

Insomma, il summit fra gli ulivi non vuole sere solo una parata di big e una collezione di discorsi di circostanza, ma l'occasione per fare un passo in avanti in un periodo in cui la pace mondiale è sempre più a rischio. E gli squilibri mettono in moto giganteschi fenomeni migratori che devono essere gestiti. «La presidenza italiana - aggiunge lei introducendo il primo faccia a faccia - ha voluto dedicare ampio spazio all'Africa, fondamentale per il futuro di tutti noi. L'Africa ci chiede un approccio diverso dal passato. All'Africa è dedicata la questione dell'immigrazione».

Altri dossier premono, a cominciare dall'intelligenza artificiale di cui si parlerà oggi con Papa Francesco. Si discuterà di «quella che probabilmente è la sfida più complessa del nostro tempo, cioè l'avvento dell'intelligenza artificiale generativa, chiaramente con la necessità di cogliere le opportunità governandone i rischi». E il capo del governo non nasconde «l'orgoglio» per la presenza di Bergoglio. Ma fra tante querelle intricate, c'è posto anche per raccontare brevemente la Puglia che ospita il meeting: «Non è stata una scelta casuale, l'abbiamo fatto perché la Puglia è una regione del Sud Italia, il messaggio che vogliamo dare è quello, di rafforzare il dialogo con le regioni del Sud globale, questa terra è storicamente un ponte fra Occidente e Oriente, una terra di dialogo al centro del Mediterraneo». E poi la Puglia è la patria «dell'Ulivo secolare, con le sue radici solide». «Spero - sorride lei - che in questi due giorni riuscirete anche ad assaporare un po' dell'ospitalità per la quale l'Italia è famosa nel mondo».

Ma la giornata non concede distrazioni.

Finché è proprio Meloni a comunicare un primo risultato: «Abbiamo raggiunto un accordo politico sugli asset russi. Cinquanta miliardi andranno all'Ucraina. Non ci sono solo i documenti, ma i fatti concreti per mantenere gli impegni». Quando è sera Meloni annuncia anche il consenso dei leader sulle conclusioni dell'evento.

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