«Passa a Rousseau e avrai più giga di democrazia diretta». È la battuta che circola nel travagliato pianeta delle cinque stelle. Il M5s si avvita sempre più nella sfida di cavilli con Davide Casaleggio. Che ora ricorda le fastidiose campagne di «caccia al cliente» delle compagnie telefoniche.
Ieri due tecnici inviati dal Movimento si sono presentati a Milano alla sede dell'associazione Rousseau chiedendo di consegnare le liste degli iscritti all'omonima piattaforma di voto on line. L'associazione presieduta da Casaleggio ancora una volta ha rifiutato di ottemperare, con la solita motivazione: dopo le dimissioni del capo pro tempore Vito Crimi, il M5s non ha un rappresentante legale.
Un pasticcio, perché i dati sono custoditi dal «responsabile del trattamento», che è Rousseau, per conto del «titolare del trattamento», che è il M5s. Dopo il tentato blitz, l'associazione ha diramato un comunicato in cui avvia la «campagna acquisti» degli iscritti. Casaleggio in pratica chiede agli iscritti di passare dal M5s a Rousseau: «Ogni iscritto può esercitare il diritto alla portabilità dei dati (ex art. 20 Gdpr) e richiedere il trasferimento ad altro Titolare, tra cui ad esempio Associazione Rousseau», seguono istruzioni. Già mille avrebbero aderito «all'offerta». Che prefigura la nascita di un nuovo movimento politico attorno a Rousseau. Una procedura da compagnie telefoniche in cui, viene da chiedersi, dov'è finita la politica? Del resto, che a rinchiudersi in questo labirinto sia stato lo stesso M5s lo rende chiaro la replica furiosa a mezzo Facebook: «È inaccettabile che un soggetto privato possa tentare di ostacolare l'attività di una forza politica del Parlamento e di governo». I nodi vengono al pettine tutti in una volta: la politica rinnegata in favore dei plebisciti on line, la demagogia anti casta, la commistione tra attività pubblica e ruolo oscuro di un'azienda hanno caratterizzato da sempre i 5 Stelle e oggi li intrappolano. E chi ha creato questo sistema ora protesta contro di esso.
Per cambiare le regole ed eleggere a leader del Movimento Giuseppe Conte, come ha ordinato Beppe Grillo, ignorando completamente quanto deciso dagli Stati generali del Movimento, servirebbe un voto degli iscritti. Che andrebbe fatto attraverso la piattaforma Rousseau. Quindi Conte, dal punto di vista legale, è tenuto in ostaggio da Casaleggio. Il M5s ora minaccia sfracelli legali contro Rousseau, ma finora ha incassato batoste. Come la conferma da parte della corte d'appello di Cagliari che M5s non ha un capo, tanto da nominare un curatore speciale. Il M5s ha assunto un nuovo legale ed è ripartito all'attacco, ma secondo la controparte, difesa dagli avvocati Borrè e Rovelli, ha sbagliato destinatario dell'istanza. In più, il ricorso al Garante della privacy contro Rousseau sbandierato da Conte, tuttora risulterebbe non depositato.
Nel caos si riaffaccia l'ombra di Rocco Casalino. Una velina ieri lo dava in arrivo nello staff di Conte. Ma per molti parlamentari 5s è solo un rumor interessato.
L'unica luce per i grillini si accende a Napoli, dove Giuseppe Conte ha indicato in Gaetano Manfredi il candidato a sindaco, prima scelta unitaria con il Pd. Definitivamente sfumata quindi, l'ipotesi Roberto Fico. Sempre che Rousseau sia d'accordo.
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