La sfida di Weidel: "Pronti a governare"

L'orgoglio: "Volevano dimezzarci, abbiamo raddoppiato. Attueremo il volere popolare"

La sfida di Weidel: "Pronti a governare"
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Invoca la remigrazione, ma è figlia di un profugo e sposata con un'immigrata, è lesbica ma non queer, si avvicina alla vittoria nelle elezioni più importanti tenute in Germania nell'ultimo ventennio ma non la coglie. È un ritratto colmo di contraddizioni quello di Alice Weidel, candidata cancelliera del partito di estrema destra Afd al voto anticipato che ha avuto luogo ieri per 59,2 milioni di tedeschi.

Con il 19,7% dei consensi, la formazione di Weidel si è classificata seconda dopo i popolari vincitori al 28,9%, guadagnando 9,4 punti rispetto alle elezioni svoltesi in Germania nel 2011. «Il miglior risultato di sempre. Volevano dimezzarci, abbiamo raddoppiato» ha scandito Weidel dalla sede centrale del suo partito a Berlino quando sono giunte le prime proiezioni sull'esito del voto. Appariva emozionata la candidata cancelliera dell'estrema destra, che pure viene dipinta come una donna glaciale e aggressiva. Qualità riconosciute dai compagni di liceo di Weidel, che aggiungono come da ragazza la futura esponente di Afd mostrasse in privato anche un lato debole. La contraddizione definisce dunque Weidel, nata nel 1979 a Gütersloh da un padre profugo dall'Alta Slesia. Come milioni tedeschi dell'est, nel 1945 Gerhard Weidel fuggiva bambino con la famiglia dall'avanzata dell'Armata rossa alla fine della Seconda guerra mondiale. I Weidel si insediarono prima a Verl e poi a Gütersloh, in Nordreno-Vestfalia. Sulla famiglia, l'ombra del patriarca Hans, padre di Gerhard e nonno di Alice: membro del Partito nazionalsocialista e delle SS, giudice militare presso il Comando della Wehrmacht di Varsavia.

Una storia di famiglia come quella di tanti tedeschi, di cui Weidel afferma di essere sempre stata all'oscuro mentre confessa di essere cresciuta in un ambiente familiare problematico. Decisa e ambiziosa, dopo il diploma, Weidel studia economia all'Università di Bayreuth dove si laurea nel 2004, lavora come analista per Goldman Sachs a Francoforte sul Meno e, nel 2011, consegue un dottorato sul futuro del sistema pensionistico cinese nel 2011. La Cina, di cui parla la lingua e dove ha effettuato diversi soggiorni, è uno dei principali interessi dell'esponente di Afd sul piano sia personale sia politico. È qui che emerge un'altra contraddizione: convinta patriota, Weidel non perde occasione per portare avanti gli interessi di Mosca e Pechino nella politica tedesca. Allo stesso tempo, alla guida di un partito che difende la famiglia tradizionale e invoca la remigrazione, la candidata cancelliera di Afd è sposata con Sarah Bossard, un'emigrata dallo Sri Lanka che ha acquisito la cittadinanza elvetica. La coppia, che alleva due figli, vive a Einsiedeln in Svizzera. La contraddizione forse più imperdonabile per un popolo quasi ossessionato dal fisco come quello tedesco.

Pur tra critiche accese può passare che Weidel definisca Adolf Hitler un «comunista» durante una conversazione su X con Elon Musk, ma non che paghi le tasse alla Svizzera. Tra detti, contraddetti e non detti, Weidel dimostra i limiti della sua azione politica, che le hanno impedito di portare Afd all'agognata vittoria. Almeno per ora.

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